Pensioni: quota 100 per finestre e stop all’adeguamento alla speranza di vita per i precoci
Non ha ancora una disciplina ben definita la riforma previdenziale della legge di bilancio, nuovamente in forse dopo la bocciatura ufficiale da parte della Commissione europea che ha dato tre settimane di tempo all’Italia per rivederla, ma già suscita forti perplessità e dopo quelle del presidente dell’Inps Tito Boeri, anche Moody’s.
Quota 100 per finestre
Secondo l’agenzia di rating l’opzione per il pensionamento anticipato, la famosa quota 100 del governo giallo-verde è apparentemente una misura one-off, disponibile solo il prossimo anno. L’accesso alla pensione anticipata con la quota 100 è un meccanismo che prevede una soglia minima di 62 anni di età e 38 anni di contributi. Con il crescere dell’età anagrafica salirà anche la quota (101, 102 e via dicendo) fino al raggiungimento del requisito dei 67 anni. La novità che emerge dal documento inviato all’Unione europea riguarda le quattro ‘finestre’ per ogni anno, in cui potrà essere effettuata l’uscita dal lavoro, una ogni tre mesi. Questo significa che coloro che raggiungeranno i requisiti entro il 31 marzo riceveranno la prima pensione ad aprile. Chi maturerà i requisiti fra il primo aprile e il 30 giugno incasserà invece l’assegno a luglio, e così via. Quindi il primo anno molti dei nuovi pensionati riceveranno l’assegno per poche mensilità, mentre avranno diritto a tutti i 13 mesi dal 2020.
Stop all’aspettativa di vita per i precoci
Ma nel capitolo previdenziale rientra anche il tema dell’aspettativa di vita. Il governo starebbe studiando la possibilità di sospendere il meccanismo di adeguamento automatico in base al quale i requisiti crescono di qualche mese ogni tre anni in relazione all’allungamento della vita media che registra l’Istat. Il prossimo scatto ci sarà nel 2019 quando l’età della pensione di vecchiaia passerà dagli attuali 66 anni e 7 mesi a 67, mentre il requisito per la pensione anticipata da 42 anni e 10 mesi di contributi a 43 e 3 mesi. Il governo giallo-verde starebbe valutando la possibilità di bloccare lo scatto per i precoci. L’ipotesi arriva direttamente tramite un comunicato diffuso ieri dal Ministero del Lavoro dopo l’incontro del ministro Luigi Di Maio con le categorie di lavoratori colpite dalla Riforma Fornero.
“Oggi Il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, ha incontrato alla presenza delle Parlamentari della Commissione Lavoro, Nunzia Catalfo, Maria Assunta Matrisciano, Maria Pallini e Jessica Costanzo, le associazioni che rappresentano i lavoratori lasciati senza tutele dalla riforma Fornero con una lunga storia contributiva. Il Ministro Di Maio ha ascoltato le istanze e le difficoltà dei cosiddetti “quota 41 anni” e ha dato mandato ai suoi tecnici di lavorare ad una soluzione da portare in Legge di Bilancio partendo anche da un’ipotesi di sterilizzazione dell’aspettativa di vita”.
Così si legge nel comunicato diramato dallo stesso dicastero. L’ipotesi allo studio dell’esecutivo sarebbe quella di fermare o sospendere il prossimo adeguamento alla speranza di vita dei requisiti per la pensione anticipata, un beneficio che si estenderebbe anche ai precoci – cioè ai soggetti con almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età – che dallo scorso 1° maggio 2017 possono accedere alla pensione anticipata con il requisito contributivo ridotto a 41 anni se disoccupati, caregivers, invalidi e addetti a mansioni gravose o usuranti.