Per Cottarelli Italia deve ringraziare Monti e Fornero. A governo M5S-Lega: ‘non illudetevi’
“Non conosco paese al mondo che non abbia ridotto il debito risparmiando“. A margine del suo intervento al Festival del Lavoro a Milano, il numero uno dell’Osservatorio dei conti pubblici, Carlo Cottarelli, lancia un chiaro messaggio al governo M5S-Lega: non ci sono scorciatoie per risolvere il problema del debito.
Qualche ora dopo, Cottarelli darà il via a un vero e proprio dibattito sui social: accadrà con un articolo di La Repubblica che, anticipando il report dell’Osservatorio – poi reso noto con la pubblicazione sul sito – riporterà alcune dichiarazioni dell’ex Commissario alla Spending Review: Cottarelli spezza una lancia a favore di Mario Monti e di Elsa Fornero, rispettivamente ex presidente del Consiglio del governo tecnico insediatosi in Italia con la grave crisi del 2011, ed ex ministro del Lavoro nota per la riforma delle pensioni che M5S e Lega vogliono ora smontare pezzo per pezzo:
“Allora -ricorda Cottarelli – ci fu una decisa stretta fiscale con la legge Fornero, la reintroduzione dell’Imu, l’aumento dell’Iva, dell’Ires e delle accise su benzina e alcolici. Si disse: sono misure recessive. Però senza quella stretta il rapporto fra debito e Pil sarebbe aumentato ancora più rapidamente e oggi sarebbe fra il 142 e il 145 per cento, con conseguenze drammatiche per l’Italia. Lo spread sarebbe molto più alto, il credito bancario più difficile, l’isolamento internazionale del Paese ancora peggiore, i rapporti con la Bce compromessi”.
Tra l’altro, l’economista tiene a precisare che “non si è mai verificata in nessun Paese” l’ipotesi che misure espansionistiche influiscano favorevolmente sul rapporto con il debito agendo sul denominatore, alzando dunque il Pil. Il tutto viene spiegato in modo puntuale nel sito dell’Osservatorio dei Conti pubblici sulla base di una simulazione, che è stata effettuata utilizzando stime dell’effetto della stretta fiscale sull’economia, “i cosiddetti moltiplicatori fiscali”.
E la conclusione lascia di stucco molti colleghi di Cottarelli, economisti anch’essi: “Senza le politiche di austerità introdotte nel 2012 – lo studio conferma le parole di Cottarelli – il rapporto tra debito e Pil sarebbe aumentato più rapidamente e sarebbe attualmente tra il 142 e il 145 per cento a seconda della stima percentuale del valore delle misure applicate (2,4% del Pil o 3,1% come indicato nel Def 2013)”.
A quel punto, l’Italia sarebbe stata spacciata e avrebbe fatto molto probabilmente la stessa fine della Grecia: “Il whatever it takes di Draghi e il bazooka di politica monetaria Quantitative easing della Bce “non sarebbero stati possibili in presenza di una mina-Italia di tali proporzioni innescata”, dice Cottarelli, stando a quanto riportato da La Repubblica: “La crisi si sarebbe approfondita andando probabilmente fuori controllo, con una caduta del Pil nonostante la presenza di politiche fiscali espansive ancora peggiore di quella che c’è stata, con tutte le conseguenze nefaste che si possono immaginare”.
Sulla base di questi presupposti, Cottarelli afferma che darebbe “due consigli al governo M5S-Lega: “Il primo è fare quelle riforme che davvero servono a far crescere l’economia italiana, e queste riforme stanno nel contratto di governo, sto parlando della riduzione in modo decisivo della burocrazia, che sta uccidendo l’economia italiana”, poi “rendere la giustizia civile più veloce”, e “molto importante è la lotta alla corruzione”.
Il secondo consiglio, va avanti, “è dire non illudetevi che l’economia italiana crescerà, facendo più debiti, perché abbiamo un debito già così elevato, che sarebbe controproducente, lo spread andrebbe su” e questo, chiude, “farebbe rallentare l’economia”.