Perché il debito alto è un problema? Cottarelli: a rischio tenuta conti pubblici e risparmi
Il fatto che il debito pubblico cresca di per sé non è un male assoluto. Il vero problema è quando cresce più rapidamente del Pil, ossia della dimensione dell’economia del paese. Questo squilibrio comporterebbe infatti conseguenze negative per i conti pubblici. Ma non solo. Parola di Carlo Cottarelli, economista ed ex dirigente del Fondo monetario internazionale, raccolta dall’ultimo Osservatorio sui conti pubblici italiani, di cui è direttore.
Come si forma il debito e quando costituisce un problema
Il debito si forma perché lo Stato non ha abbastanza entrate per coprire le proprie spese, cioè quando ha un deficit. Se spende 100 ma le sue entrate, tramite tasse, sono solo 90, il resto deve essere preso a prestito e crea un debito. Il debito continua a crescere finché c’è un deficit che lo alimenta di anno in anno. “La crescita del debito non preoccupa finché è più bassa della crescita economica del paese – spiega Cottarelli – Il problema è quando cresce più rapidamente del Pil, che misura quanto viene prodotto in un anno dal Paese”.
Il rapporto tra debito pubblico e Pil in Italia è cresciuto negli anni ’70 e ’80 perché si era aperto un grosso divario tra spese pubbliche, che crescevano, ed entrate pubbliche. All’inizio degli anni ’90 il debito era già sopra il 120 per cento del Pil, contro il 30 per cento alla fine degli anni ’60. Da allora l’Italia non è più riuscita a ridurlo di molto e ora si è arrivati al 131 per cento.
Le possibili ripercussioni per il paese e i cittadini
Più è alto il debito pubblico più cresce il rischio che lo Stato non sia in grado di ripagare chi gli ha prestato soldi. Questo rischio alimenta le preoccupazioni per la tenuta dei conti pubblici e fa aumentare il tasso di interesse che gli investitori richiedono per prestare allo Stato. Ma non solo. “Potrebbe diventare difficile anche per famiglie e imprese prendere a prestito”, avverte Cottarelli.