Più dividendi e meno emissioni nel nuovo piano strategico di ENI
ENI abbassa a 40 dollari al barile la cash neutrality e punta a far crescere il dividendo dell’8% medio anno nei prossimi 4 anni. Il nuovo business plan presentato oggi pomeriggio mette un forte accento sula transizione energetica con l’obiettivo di lungo termine delle zero emissioni (entro il 2050). La strategia del piano 2021-2024 inserisce degli obiettivi intermedi più ambiziosi: – 25% delle emissioni entro il 2030 (vs. 2018) e del 65% entro il 2040. “Oggi compiamo un ulteriore passo avanti nella nostra trasformazione e ci impegniamo a raggiungere la totale decarbonizzazione di tutti i nostri prodotti e processi entro il 2050 – rimarca il ceo Claudio Descalzi – Il nostro piano è concreto, dettagliato, economicamente sostenibile e tecnologicamente realizzabile”.
Gli obiettivi di riduzione delle emissioni saranno perseguiti con un aumento della capacità delle rinnovabili a 4GW nel 2024, 15GW al 2030 e 60GW al 2050 e un raddoppio della capacità delle bio-raffinerie a circa 2 milioni di tonnellate entro il 2024, e un aumento di 5 volte entro il 2050. Il Capex medio annuo durante il piano sarà di 7 miliardi di euro, dei quali oltre il 20% è destinato a progetti green e G&P retail quali: aumento della capacità delle rinnovabili e crescita della base clienti Eni; sviluppo di progetti di economia circolare; aumento della capacità delle bio-raffinerie.
Dividendi più alti dell’8% rispetto a precedente piano
Il nuovo prevede una politica di remunerazione degli azionisti più generosa. Il dividend floor è indicato a 0,36 euro per azione con un prezzo del Brent di $43/bbl, inferiore di $2 rispetto al precedente, per poi aumentare con una percentuale crescente tra 30 e 45% del Free Cash Flow incrementale generato da uno scenario compreso tra i $43 e i $65. Complessivamente, il dividendo cresce di circa l’8% rispetto alla precedente politica di remunerazione. Il dividendo verrà suddiviso in due tranche di pagamento di pari importo a settembre e maggio.
Annunciato poi un nuovo buyback per 300 milioni di euro l’anno con un prezzo del Brent pari a 56 dollari al barile, un livello inferiore rispetto alla soglia di attivazione precedente. Il buyback salirà a 400 milioni di euro all’anno a partire da 61 dollari al barile a 800 milioni di euro all’anno a partire da 66 dollari al barile.
Il piano indica al 2024 un ebitda proforma di 1 miliardo di euro dagli 0,6 mld indicati per il 2021.
Nel commentare il nuovo piano, il ceo Descalzi ha precisato che non annovera al suo interno nessun progetto legato al Recovery Plan. “Abbiamo diversi progetti, quindi il Recovery plan sarà in aggiunta al piano e potremo accelerare la transizione, soprattutto in Italia”, dice Descalzi. Nello specifico DEsclazi ha indicato la volonta di incrementare la transizione nelle bio-raffinerie, nel waste to fuel e Ccs.