Ponte Morandi: crollo assunzioni e danni alle imprese, ecco gli effetti economici del disastro
Milioni di danni per le imprese e crollo delle assunzioni, senza contare il disagio per la viabilità urbana con ricadute sui costi di trasporto. A distanza di circa sei mesi dal crollo del Ponte Morandi dello scorso 14 agosto, ecco un’analisi sugli effetti economici di quel tragico evento che ha paralizzato la città, tagliato in due la regione e ha isolato il porto di Genova, uno dei principali scali europei e il primo a livello italiano nel settore container.
Duro colpo per le imprese, soprattutto quelle del commercio
Secondo il rapporto dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro “Gli effetti del crollo del Ponte Morandi su economia, occupazione e integrazione sociale”, i danni del crollo del Ponte Morandi alle imprese è quantificabile in 422 milioni di euro. Maggiormente colpito il settore del commercio con 121 milioni di danni (il 29%), seguito dall’industria (118 milioni) e dai trasporti (95 milioni).
Gli effetti del crollo si sono riverberati ben oltre l’epicentro del Polcevera, riguardando l’intero paese. Nella zona rossa/arancione della città si concentrano, infatti, il 37,6% dei danni economici (158 milioni di euro); mentre nel restante territorio comunale il 41% (pari a 173 milioni), ai quali si aggiungono 11,7 milioni degli altri comuni della provincia e 79 milioni del resto di Italia.
Pesanti ricadute anche sull’occupazione
Il crollo del Ponte Morandi ha provocato una scossa anche sul lavoro, generando un calo repentino delle assunzioni. In provincia di Genova i datori di lavoro nel 2018 hanno effettuato quasi 2mila assunzioni in meno (per la precisione 1.902) rispetto all’anno prima. Sebbene nei primi due trimestri del 2018 si sia registrato un forte aumento delle assunzioni, questa tendenza si è interrotta nel terzo trimestre portando alla variazione negativa annuale. La maggiore flessione si è registrata proprio nel mese di agosto (-42,6% rispetto agosto 2017) e la dinamica negativa è proseguita fino a dicembre. Il crollo del Ponte ha comportato una brusca contrazione della domanda di lavoro pari al 19% (-7.172 attivazioni rispetto allo stesso periodo del 2017), se si tiene conto dei soli mesi che vanno da settembre a dicembre, e del 22,5% (-10.066 attivazioni) se si considera anche il mese di agosto.
Disagi sulla viabilità, lievitano tempi e costi di trasporto
L’inutilizzabilità del Ponte venuto meno con il crollo, unito alla mancanza di infrastrutture secondarie per il collegamento della città, ha comportato disagi e congestionamenti sulla viabilità urbana. In particolare, un allungamento di 120 km per l’attraversamento di Genova da Levante a Ponente e di 70 km in senso inverso. Questo ha generato un aumento di costi (pari a 265.200 euro) per circa 4mila camion che entrano ed escono ogni giorno dal porto genovese, mentre per i 31.500 veicoli pesanti che attraversano la città il costo aggiuntivo è di 2 milioni di euro giornalieri. Sono stati rilevati anche disagi e allungamento dei tempi nello spostamento fra casa e lavoro con tempi oscillanti tra i 15 e i 45 minuti di ritardo.