Pop Bari e l’idea Regione Puglia nel capitale. Commissari: pareggio bilancio dopo due anni perdite
Regione Puglia nel capitale di Popolare di Bari, come rilanciato dal governatore Michele Emiliano appena qualche giorno fa? Per i commissari straordinari Enrico Ajello e Antonio Blandini, sul punto di lasciare la banca in vista della sua uscita dall’amministrazione straordinaria, l’idea è “molto interessante e importante”. La sua concretizzazione probabilmente “si realizzerà dopo che i commissari straordinari saranno usciti dalla banca” – hanno detto Ajello e Blandini, in audizione nella commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario.
Giorni fa, riferendosi al dossier Pop Bari, il governatore pugliese Michele Emiliano (riconfermato nella sua carica con le elezioni regionali appena concluse) si è così espresso:
“La Regione chiede di entrare nel capitale della Banca Popolare di Bari, con una propria quota rilevante, per potere dare serenità e certezze agli imprenditori, pugliesi e italiani, che intendono lavorare con questa banca. Questa è la regione che ha difeso con l’aiuto del Governo la sua banca, ha consentito un salvataggio onorevole, e cercheremo nel futuro di salvaguardare coloro che sono stati danneggiati”.
In quell’occasione il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri si era mostrato aperto all’opzione: “La Regione è la benvenuta nella banca. Ci saranno questioni tecniche da dirimere, ma conoscendo Emiliano e la sua determinazione sono certo che questa cosa la faremo”.
E’ grande intanto l’attesa per l’assemblea dei soci della banca pugliese, convocata per il prossimo 15 ottobre per nominare il nuovo Cda.
Affrontando il dossier, i due commissari straordinari hanno detto che l’istituto dovrà fare i conti con due anni di perdite prima di tornare in una condizione di pareggio e, successivamente, in redditività.
Dopo un 2020 e 2021 caratterizzati da perdite di bilancio, l’istituto arriverà “nel 2022 a un sostanziale pareggio e poi nel 2023 e 2024 a un risultato positivo”. La redditività dipenderà dalla “capacità di mettere a punto il piano industriale” nel corso di una gestione della banca che, almeno all’inizio, sarà “complessa”.
Per i commissari ora è necessario “riposizionarsi sui tradizionali segmenti di business”, considerando comunque che la Popolare di Bari è “la principale banca che opera nel Mezzogiorno e per il Mezzogiorno“.
Baldini ha fatto riferimento inoltre anche allo smobilizzo degli NPL, reso possibile grazie alla vendita degli asset deteriorati ad AMCO. Oggi i “crediti in sofferenza netti rappresentano lo 0,24% dei crediti totali, con una riduzione del 95,4% rispetto all’anno scorso”, ha detto il commissario straordinario.
Così il Sole 24 Ore in un articolo pubblicato di recente, firmato da Alessandro Graziani, nel sottolineare come la creazione di una grande banca del Sud alletti il mondo della politica. Ma ci vorrebbero miliardi, “che andrebbero ad aggiungersi ai tanti salvataggi di Stato delle imprese in crisi”. Ci si chiede se veramente l’Italia abbia questa necessità:
“Banco di Napoli e Banco di Sicilia erano pubblici e sappiamo la fine che hanno fatto – ha scritto Graziani. Non viene nascosto dunque il rischio di creare un “carrozzone statale pagato dai contribuenti di cui non si sente la mancanza”.
“Un conto è se lo Stato interviene a salvare una banca per tutelare i contribuenti. Un altro conto è se per motivi di consenso politico si prova a costruire un’Alitalia del credito“.
Dal canto suo la presidente della Commissione di inchiesta sulle banche Carla Ruocco, al termine dell’audizione di oggi, ha detto che, a suo avviso, “la banca dovrebbe diventare la realtà aggregatrice del sistema bancario del Sud, attualmente ancora troppo frazionato in un territorio già così poco sviluppato”. Ruocco, stando a quanto riportato da La Repubblica, ha aggiunto: “l’audizione conferma quanto sostengo da tempo ossia la strategicità per il sistema bancario nazionale ad avere un soggetto pubblico nel mercato dei crediti deteriorati, la cui operatività potrebbe, anzi a mio avviso dovrebbe, essere estesa anche alle possibili attività di gestione/supporto dei debitori ceduti, trasformando pertanto AMCO in una bad bank”. Dal canto suo il commissario straordinario Baldini ha ricordato che dopo “la stabilizzazione patrimoniale con 1,6 ,miliardi di euro da parte di Fitd e Mcc, ora c’è bisogno di attuare “le misure previste dal piano industriale”. Detto questo, “gli effetti della pandemia Covid” comportano “elementi di incertezza”.