Popolare di Bari annuncia sostegno ‘straordinario’ per i soci. Mentre è spettro esuberi per dipendenti
Soci Popolare di Bari delusi e soprattutto in catene, visto che da tempo non possono vendere le loro quote? La banca corre ai ripari, annunciando misure straordinarie, nella speranza di riconquistare la loro fiducia.
L’aggettivo ‘straordinario’ è incluso nello stesso comunicato con cui l’istituto di credito annuncia le iniziative. Si ricorda che il “Gruppo Banca Popolare di Bari ha da sempre l’obiettivo primario della valorizzazione della sua compagine sociale”. E che “oggi più che mai vuole sviluppare il rapporto con i propri Soci”, dando “un segnale forte che possa sostanziare la centralità del Socio come stakeholderprimario”.
Di conseguenza, “il Consiglio di Amministrazione dell’11 febbraio ha approvato il pacchetto di soluzioni che sarà disponibile nelle 350 filiali del Gruppo, accessibile a tutti i Soci indipendentemente dal possesso azionario”.
Oltre a prestiti agevolati, ci sono anche voucher per accedere a mutui ipotecari per gli acquisti e le ristrutturazioni delle case e due tipi di voucher.
Nella nota si legge che Popolare di Bari propone “un supporto finanziario e previdenziale al Socio ed al suo nucleo familiare, strutturando un’offerta dedicata e a condizioni esclusive, continuando a rafforzare il supporto al territorio ed alle famiglie che hanno creduto nella Banca e la hanno sostenuta nei suoi oltre sessant’anni di crescita”.
“Il nuovo pacchetto pensato per i Soci – viene spiegato – si incentrerà su due tipologie di Prestito Personale, a cui viene destinato un plafond di 350 milioni di euro.
- Un Prestito Finalizzato all’acquisto di beni e servizi: realizzato per venire incontro alle esigenze di acquisto del Socio immediate e finalizzate, per un importo massimo pari a 10.000 euro, durata estendibile fino a 10 anni e possibilità di beneficiare di un periodo di preammortamento (ovvero il pagamento di una rata “contenuta” di soli interessi) di massimo 5 anni, ad un tasso di 0,90% (fermo restando i requisiti di concedibilità in base al merito creditizio). L’operazione è rinnovabile alla scadenza”.
- “Un’estensione del Prestito Finalizzato (richiedibile in aggiunta al prestito finalizzato di cui sopra). Importo aggiuntivo massimo richiedibile pari a 40.000 euro, durata estendibile fino a 10 anni e possibilità di beneficiare di un periodo di preammortamento (ovvero il pagamento di una rata “contenuta” di soli interessi) di massimo 5 anni, ad un tasso del 3% (fermo restando i requisiti di concedibilità in base al merito creditizio)”.
- “Un Voucher per accedere ad un mutuo ipotecario per Acquisto e Ristrutturazione Casa opzionabile dai Soci. La validità dell’esercizio dell’opzione è pari a 24 mesi ed il mutuo prevede una durata massima di 40 anni e per un importo fino all’80% del valore dell’immobile ipotecato con un massimo concedibile di 300.000 euro, ad uno spread allo 0,75% per i primi 10 anni e 1% per i successivi (fermo restando i requisiti di concedibilità in base al merito creditizio), con preammortamento fino a 5 anni e con la possibilità di sospensione della rata per 6 mesi (opzione attivabile 2 volte durante la vita del mutuo). In caso di erogazione del mutuo ipotecario, a favore del mutuatario è prevista la stipula, a carico Banca, di una polizza Temporanea Caso Morte. Per tale iniziativa viene previsto un plafond di 250 milioni di euro.
- “Un Voucher per una Polizza Long Term Care, anch’essa a carico della Banca, che prevederà l’erogazione di una rendita mensile a favore del Socio nelle situazioni di non autosufficienza previste dalla Compagnia. In linea con il Piano Industriale 2019-2023, la nuova offerta Soci vuole porre le basi per una forte e rinnovata attenzione agli attuali azionisti che potranno accedere a concrete iniziative a loro dedicate beneficiando di condizioni uniche sul mercato”.
Il comunicato conclude, affermando che Popolare di Bari “ha poi deliberato l’apertura di un tavolo di confronto con il Comitato Associazioni dei Consumatori per la risoluzione dei casi meritevoli di immediata attenzione, tra quelli dei soci in difficoltà”.
POP BARI: COSA PREVEDE IL PIANO INDUSTRIALE. ALERT SINDACATI SU MINACCIA ESUBERI
L’attenzione sulla banca rimane particolarmente elevata, soprattutto dopo i rumor a essa legati e ad alcuni articoli che si sono interrogati sul suo futuro, paventando addirittura un altro caso Carige.
All’inizio dell’anno sono circolate in particolare indiscrezioni sulla possibile decisione dell’istituto di procedere all’emissione di nuove azioni per un valore fino a 300 milioni di euro, e collocare anche debito subordinato fino a 200 milioni di euro. Un rafforzamento patrimoniale per un valore totale di 500 milioni di euro, dunque.
Lo scorso 30 gennaio, il cda della banca più grande del Sud ha approvato il Piano di rilancio quinquennale 2019-2023.
Nella nota si legge che i “punti nodali del Piano e tappe del percorso sono:
- il rafforzamento dei coefficienti patrimoniali, da realizzare entro giugno 2019 attraverso adeguate iniziative di capital relief, anche mediante l’emissione di strumenti finanziari destinati ad investitori qualificati;
- il riassetto societario con approdo alla banca SpA, anche attraverso l’ingresso di nuovi soci, in grado di affermarsi sul mercato come competitor affidabile e innovativo e, nel contempo, lo sviluppo dell’attuale banca cooperativa, partecipe del consolidamento del sistema delle popolari attraverso la “banca della comunità”, finalizzata a rafforzare la capacità produttiva e competitiva degli aderenti e a preservare le specificità delle attuali realtà cooperative;
- la reingegnerizzazione del business, orientata al consolidamento della vocazione territoriale ed al recupero di redditività, puntando sulla qualificazione del servizio alle PMI e alle famiglie, nonché sulla valorizzazione delle potenzialità di filiere e distretti industriali;
- lo sviluppo del canale digitale, fattore fondamentale per supportare e accrescere la base di clientela e, per altro verso, orientare il business verso nuovi modelli centrati sull’adozione di tecnologie innovative;
- per gli NPLs, il miglioramento degli indicatori di qualità creditizia, traguardando le best practice di sistema, attraverso la messa a regime delle efficaci politiche di derisking realizzate tra il 2014 e il 2018.
- Per l’attuazione del Piano sono previsti il riposizionamento delle strutture della Direzione Generale, l’attivazione di cantieri progettuali – già definiti e presidiati da uno steering committee;
– ed il rafforzamento del basket delle competenze”.
Adesso, riporta la stampa locale, si attende la risposta degli azionisti della banca, oltre 60mila e del Comitato che si è costituito a salvaguardia del valore delle azioni, dopo che il prezzo minimo di acquisto dell’azione, quotata sul mercato Hi-Mtf, ha raggiunto € 2,38 dunque ben sotto la soglia di € 5,00 del valore nominale indicato nell’ultimo bilancio della banca.
Lo scorso 4 febbraio, un allarme è stato lanciato dalle segreterie di coordinamento Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, UilCa, Unisin del gruppo Banca Popolare di Bari, che hanno espresso “forte preoccupazione per le ricadute occupazionali e professionali sul personale dipendente e per le ripercussioni sui territori di interesse rivenienti dall’annunciato Piano Industriale 2019/2023“.
“Il personale – hanno avvertito i sindacati – è stato e resta patrimonio fondamentale delle Banche del Gruppo e non può essere ignorato né chiamato a correo della loro gestione. Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, UilCa, Unisin si opporranno con ogni mezzo al tentativo di far pagare ancora una volta alle lavoratrici e ai lavoratori il prezzo delle inefficienze gestionali del management aziendale”.
Il riferimento è all’intesa siglata nell’agosto del 2017 per evitare 504 esuberi e la soppressione delle sedi di Pescara, Teramo e Potenza.
“Con quell’accordo – ha denunciato il segretario di First Cisl in Popolare di Bari, Girolamo Loconsole – i lavoratori hanno dato 20 milioni di euro alle casse della banca attraverso la solidarietà e altri tagli, ma quell’accordo è stato vandalizzato dall’azienda. Con questa mossa mettiamo in mora il management di cui non siamo affatto contenti”.
L’edizione pugliese del quotidiano La Repubblica ha riportato di fatto all’inizio del mese indiscrezioni sul rischio di 3mila esuberi.
“Non ci sono soltanto i rischi per i 69mila azionisti. Anche i 3mila dipendenti della Banca Popolare di Bari vedono ombre sul loro futuro. I timori che il prossimo piano industriale della più grande banca del Sud possa avere ripercussioni pesanti dal punto di vista occupazionale sono tali che i sindacati salgono sulle barricate e minacciano lo sciopero nel caso in cui l’azienda non faccia capire cosa ne sarà dei dipendenti”.