Portafogli, come muoversi per gestire il rischio? Amundi guarda ai BTP trentennali
Come gestire il rischio? Questo l’interrogativo che si pone Matteo Germano, Head of Multi-Asset e CIO Italy di Amundi, tenendo in considerazione l’attuale contesto economico caratterizzato dalla recessione mondiale, con il relativo rallentamento, e dalle traiettorie desincronizzate della ripresa nei diversi Paesi. Secondo la sua view, lo scenario di stabilizzazione della crescita avverrà nell’ultimo trimestre del 2020. Motivo per cui Amundi mantiene “un posizionamento difensivo sulle azioni europee e americane per via delle valutazioni elevate e dell’incertezza riguardo all’impatto del Covid-19 sulla crescita mondiale”.
Germano si sofferma poi sulle stime di consenso relative alla crescita degli utili nel 2020 che hanno mostrato una correzione, mentre quelle per il 2021 appaiono ancora troppo ottimistiche malgrado la bassa visibilità. In un contesto in cui il rischio rimane chiaramente orientato verso il basso, interverremo e cambieremo il nostro atteggiamento attuale quando i mercati ci forniranno punti di ingresso migliori (riguardo all’indice S&P 500, la nostra soglia è attorno a 2.650/2.700).
Amundi conserva un’opinione neutrale sui mercati emergenti perché la volatilità di mercato rimane elevata, ma continuiamo a privilegiare Cina, Corea del Sud e Taiwan per via del nutrito pacchetto di stimoli e per il contenimento relativamente migliore dell’epidemia. “Abbiamo una posizione neutrale sulla duration – spiega l’esperto di Amundi – perché crediamo che le banche centrali cercheranno di mantenere basso il costo del debito pubblico per sostenere le esigenze di bilancio dei governi, per cui i rendimenti si muoveranno all’interno di un range. Un rendimento dei Treasury di circa 60 pb è in linea con la posizione della Fed e con un brusco peggioramento del quadro macroeconomico”
“Rimaniamo costruttivi sui Treasury quinquennali USA rispetto ai bund quinquennali tedeschi – afferma Germano – perché i titoli di Stato americani dovrebbero beneficiare dei flussi verso i beni rifugio (anche se in misura minore rispetto al passato) e degli acquisti della Fed, soprattutto nei segmenti a breve-medio termine”, sottolinea Germano indicando che riguardo all’ inflazione americana, mostra ottimismo riguardo alla prospettiva sul medio termine e crediamo che la differenza tra il rendimento dei contratti swap e dei TIPS sia ben al di sotto delle medie storiche. Man mano che si esce dalla pandemia, le forze reflazionistiche, come la deglobalizzazione e la monetizzazione del debito, dovrebbero favorire un aumento del premio al rischio di inflazione e la domanda di protezione dall’inflazione.
Caccia al rendimento, occhio a BTP a lunghissima scadenza
Ampio capitolo anche sui titoli di stato italiani. Amundi afferma che prosegue la caccia al rendimento sulla curva italiana “perché offre dei rendimenti relativamente interessanti”. Per questo mantiene un “atteggiamento costruttivo sui BTP trentennali italiani rispetto ai bund trentennali tedeschi e resta costruttivi sui BTP decennali perché le iniziative della BCE contribuiscono a mettere un tetto ai rendimenti e ad arginare la volatilità degli spread”. “La sentenza della Corte costituzionale tedesca rappresenta un rischio ribassista, ma difficilmente la BCE muterà il suo corso – afferma Germano -. Manteniamo la nostra posizione perché potrebbe servire a bilanciare i portafogli degli investitori”.
Vista la focalizzazione sulla liquidità, Amundi è positiva sul credito che beneficia dell’ombrello delle banche centrali negli Stati Uniti e nell’area euro, ma preferiamo le obbligazioni investment grade a quelle high yield. Le obbligazioni High Yield in euro potrebbero risentire dei tassi di default elevati e di un rallentamento della crescita dei fatturati. “Di conseguenza siamo molto difensivi. Dato il clima di forte incertezza e la divergenza tra fondamentali e valutazioni, abbiamo un’opinione neutrale riguardo al debito dei mercati emergenti e vediamo un divario tra i Paesi riguardo a Investment Grade e High Yield”.
Novità sul fronte delle valute dei mercati sviluppati. Amundi si è detta “non più favorevole al cambio euro/franco per via dello status di valuta rifugio del franco svizzero, della forte crescita della massa monetaria nell’area dell’euro e della sentenza della Corte costituzionale tedesca che potrebbero far finire l’euro sotto pressione”. Confermata, invece, la posizione corona norvegese/euro perché la corona norvegese ha già subito un’importante correzione e dovrebbe beneficiare di uno scenario più ottimistico. In questa fase di forte incertezza, gli strumenti di copertura come lo yen, i derivati e l’oro svolgono un ruolo cruciale per proteggere i rendimenti del portafoglio”.