Pressione fiscale scesa al 38%, il reddito disponibile sale ma potere di acquisto diminuisce
La pressione fiscale in Italia scende, seppur di poco, pesando meno sul reddito disponibile delle famiglie. Tuttavia, per la prima volta da oltre un anno diminuisce il potere di acquisto degli italiani a causa dell’aumento dell’inflazione (oggi i dati). E se per ora i consumi non ne risentono, a diminuire è la propensione al risparmio.
Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, nel primo trimestre del 2018 la pressione fiscale è stata pari al 38,2%, in riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di conseguenza, il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto, anche se a un ritmo modesto, inferiore a quello dell’ultima parte del 2017.
In presenza di una dinamica inflazionistica in lieve accelerazione, si è determinato, per la prima volta da oltre un anno, un calo del potere d’acquisto (-0,2% nel primo trimestre). A fronte di tale calo, le famiglie hanno mantenuto una dinamica positiva dei consumi diminuendo la propensione al risparmio (-0,5 punti percentuali).
E ora si guarda all’inflazione, perché se dovesse risalire, il potere di acquisto delle famiglie sarebbe destinato a peggiorare ulteriormente. “Non basta ridurre la disoccupazione ed aiutare i poveri. Anche chi ha un lavoro regolare e a tempo indeterminato fatica ad arrivare alla fine del mese” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che suggerisce di reintrodurre meccanismi di adeguamento delle retribuzioni all’inflazione programmata, come la vecchia scala mobile.