Prometeia: Pil Italia tornerà a livelli pre-COVID solo tra cinque anni. Roma chiederà il MES
Ebbene sì: al Pil italiano occorreranno cinque anni per tornare ai livelli precedenti lo shock COVID-19. Lo scrivono nero su bianco gli analisti di Prometeia, nell’ultimo report dedicato all’economia del paese. Le stime non sono affatto confortanti. Allo stesso tempo, Prometeia “ipotizza che l’Italia alla fine farà ricorso al Mes e che i paesi europei si metteranno d’accordo” sul Recovery Fund, fondo per la ripresa che vedrà l’Italia come il maggiore beneficiari delle risorse (18,8% del totale). Ma iniziamo per gradi, illustrando l’outlook stilato dagli analisti:
“Con una recessione nel secondo trimestre di portata storica (-12,9%), Prometeia stima per l’intero 2020 una caduta del prodotto del 10,1%. In una fase di grande incertezza, che influenza in modo negativo la propensione al consumo e all’investimento, la risposta della politica fiscale (5 punti percentuali di Pil nel 2020) è stata in linea a quella degli altri Paesi europei. Tuttavia non sembra in grado di riavviare in modo deciso la domanda interna, frenata anche dalla forte incertezza che ancora pervade le aspettative degli operatori e dal crollo del commercio internazionale. Tutto ciò si sta traducendo anche in un forte aumento delle disponibilità liquide di famiglie e imprese. Alla peggiore recessione mai registrata in tempi di pace, seguirà un rimbalzo il prossimo anno, via via che tutte le attività economiche (compreso il turismo e l’intrattenimento) potranno tornare a livelli normali di operatività e, con esse, l’occupazione e il reddito degli operatori più colpiti. Le misure di policy introdotte, certamente tempestive, ampie e innovative, stanno aiutando e aiuteranno a contenere i costi di questa crisi ma, nel caso del nostro paese, già gravato da un elevatissimo debito pubblico, non sembrano sufficienti né a impedire la flessione nel 2020 né a sostenere successivamente un rimbalzo in grado di compensare la recessione: Prometeia prevede che solo nel 2025 il Pil potrà ritornare ai livelli pre-Covid“.
A proposito della croce eterna del debito pubblico, Prometeia vede il deficit-Pil e il debito pubblico volare, nel 2020, rispettivamente al 11% e al 159%.
Dallo studio viene confermato quanto emerso ieri anche dalle previsioni economiche della Commissione europea: l’Italia rimarrà fanalino di coda in Europa.
La contrazione del Pil dell’Eurozona sarà ben inferiore a quella italiana (-8,1%), a conferma di come ” le divergenze economiche tra Paesi, nonostante le risorse senza precedenti messe in campo da Bruxelles (Mes, Sure, fondi Bei, Next Generation Eu) siano destinate ad aumentare. Il Pil globale soffrirà una recessione pari praticamente a quasi la metà rispetto a quella italiana, ovvero del 5,2%, a fronte di un tonfo del e commercio internazionale -14,4%.
Altre stime piuttosto pesanti sull’Italia sono state diramate oggi dagli analisti di Barclays, che prevedono un tonfo del Pil italiano del 12% nel 2020, seguito da un successivo recupero del 9,6% nel 2021. Sul debito pubblico, Barclays non ha una view drammatica, né ritiene che il debito balzerà a un livello insostenibile.
“Il contributo chiave – si legge nel report- è rappresentato dai tassi di interesse core che sono strutturalmente bassi e dall’impegno da parte della Bce (con il suo massiccio piano di Quantitative easing, a cui si è aggiunto in tempi di coronavirus anche il PEPP, ovvero il QE pandemico – a mettere un limite agli spread italiani”. E questo nonostante il ratio debito-Pil per l’Italia, secondo Barclays, toccherà il 165% , rispetto a una media in Eurozona attesa al 100% nel 2020, dopo l’85% circa del 2019.
Detto questo, “potrebbe essere necessaria una maggiore mutualizzazione del debito, al fine di mettere il debito stesso su una traiettoria discendente, e renderlo meno vulnerabile agli shock macro”.