Recessione e calo record del Pil, il peggio deve ancora arrivare
Tonfo del 4,7% del Pil italiano e avvio di una recessione che si prospetta tra le più violente di sempre. I numeri del primo trimestre segnano comunque un calo del PIL meno fragoroso delle attese e inferiore ad esempio a quello registrato dalla Francia (-5,8% t/t), dove il lockdown è iniziato circa una settimana dopo quello italiano. Dati preliminari che sono soggetti a possibile revisione come puntualizza l’Istat sottolineando come le difficoltà nel raccogliere dei dati rende la stime suscettibile a revisioni che in questo caso potrebbero essere “superiori alla norma”.
Il dato certifica l’ingresso in recessione in quanto fa seguito al -0,3% del quarto trimestre 2019.
I riscontri del primo trimestre, mai così male
Nel primo trimestre 2020 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, segna un calo del 4,7% rispetto al trimestre precedente e del 4,8% in termini tendenziali. Il consensus Bloomberg indicava un calo del 5,2% t/t. La variazione congiunturale è la sintesi di un a diminuzione del valore aggiunto in tutte le principali componenti produttive. Dal lato della domanda, vi sono ampi contributi negativi sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -4,9%.
La flessione congiunturale del Pil è di un entità mai registrata dall’inizio del periodo di osservazione dell’attuale serie storica che ha inizio nel primo trimestre del 1995.
Pesa indubbiamente l’emergenza sanitaria in corso. Nel primo trimestre del 2020 il Pil ha subito una contrazione di entità eccezionale indotta dagli effetti economici dell’attuale emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento adottate – commenta l’Istat – . Questa stima preliminare ha, come sempre, natura provvisoria e si
basa sulla valutazione dell’andamento delle componenti dell’offerta e su un insieme ridotto di indicatori congiunturali; il valore aggiunto segna un calo marcato e diffuso a tutte le attività economiche, particolarmente rilevante per l’industria e il terziario”.
Prospettive fosche, nel secondo trimestre sarà una Caporetto
Le prospettive sono di un accentuarsi della caduta del Pil nel corso del secondo trimestre alla luce del protrarsi del lockdown che porterà a una caduta del prodotto, verosimilmente più accentuata, anche nel secondo trimestre. Per l’intero 2020 le previsioni sono alquanto preoccupanti con le peggiori che valutano un calo a doppia cifra: -13,2% secondo Bloomberg Economics, -12,4% secondo Credit Suisse e addirittura -15% per gli economisti di Unicredit.
La previsione ufficiale del DEF 2020 è di una contrazione dell’8%, scontando una caduta del Pil di oltre il 15% nel primo semestre e con un rimbalzo nella seconda metà dell’anno e una crescita del 4,7% per il 2021. “C’è poi uno scenario peggiore, con il rischio di una persistenza del virus, con una contrazione del 10,4% e una ripresa più timida nel 2021”, ha precisato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante l’informativa alla Camera sulla Fase 2.