Reddito di cittadinanza: ecco tutti i dettagli (requisiti Isee, utilizzo, spese consentite), limite potrebbe scendere a 18 mesi
Il braccio di ferro sul reddito di cittadinanza ha visto il M5S spuntarla ieri confermando la dote complessiva di 10 miliardi (9 mld per il reddito e 1 mld per i centri dell’impiego). La disputa tra i due partiti della maggioranza si è protratta ieri fino a sera con il il ministro dell’Interno Matteo Salvini che voleva limitare l’impegno sul reddito di cittadinanza a 8 mld. Le tensiioni hanno così costretto il Tesoro a inviare prima la lettera di Tria alla Commissione Europea e solo dopo le 22 è arrivato il testo completo della nota di aggiornamento sul DEF.
Di Maio ha spiegato che ci saranno regole ben definite e “neanche un euro andrà a chi sta sul divano, perché avranno tutta la giornata impegnata per la formazione e lavori pubblica utilità e non avranno il tempo di lavorare in nero e se imbrogliano si beccano 6 anni di galera per dichiarazioni non conformi alla legge“.
Avvio ad aprile 2019
I dettagli sul reddito di cittadinanza arriveranno successivamente attraverso un disegno di legge ad hoc. Ma le ultime indicazioni parlano di una possibile rimodulazione rispetto al progetto iniziale cjhe prevedeva la durata del sussidio per ben tre anni. La versione finale, stando a quanto riferito da Il Messaggero, potrebbe essere invece di massimi 18 mesi. L’avvio ufficiale della misura dovrebbe essere ad aprile 2019 in modo da utilizzare i primi 3 mesi dell’anno per la riforma dei centri dell’impiego e anche far sì che l’esborso non vada oltre i 9 mld stanziati.
Requisiti non solo reddituali, sarà necessario un Isee sotto 9.300 euro
I criteri per ottenere il reddito di cittadinanza saranno probabilmente tre: in primo luogo la cittadinanza italiana o comunque essere residenti e lavorare in Italia da almeno dieci anni. Il secondo requisito è il sussistere di una situazione di povertà non solo reddituale (ossia guadagnare meno di 780 euro al mese), ma anche patrimoniale. In tal senso sarà necessario presentare l’Isee che tiene conto anche del patrimonio immobiliare e dei depositi bancari. Per ottenere il reddito l’Isee, sempre stando a quanto riporta Il Messaggero, dovrà essere inferiore a 9.300 euro circa.
Il possesso di una casa di proprietà comporterà la sottrazione di un assegno figurativo che varierà da 280 a 380 euro a seconda della composizione del nucleo familiare.
Il reddito di cittadinanza fungerà anche da integrazione a chi guadagna meno di 780 euro al mese. Chi guadagna ad esempio 500 euro al mese riceverà un’integrazione di 280 euro.
Tra i paletti c’è poi quello di non poter rifiutare più di tre offerte di lavoro giudicate congrue.
Reddito su bancomat e se non speso il sussidio torna allo Stato
La somma erogata potrà essere spesa con il bancomat o tramite app. Niente contanti quindi. Il viceministro all’Economia dei 5Stelle, Laura Castelli, ha specificato nei giorni scorsi che non ci sarà alcuno scambio di denaro e un apposito software permetterà di scalare la cifra dell’acquisto. Non si intende far ricorso a una card simile alla social card degli anziani, quindi basterà il consueto bancomat. Per quanto riguarda i pagamenti che necessitano di bonifico bancario, come il versamento dell’affitto, la Castelli ha spiegato che in tal caso si potranno utilizzare sistemi di pagamento tramite App. Non mancheranno le restrizioni. I soldi del sussidio, come ricordato dal vice premier Di Maio, non potranno essere sperperati in spese “immorali”. Ad esempio alcol, sigarette e gioco d’azzardo.
Le somme erogate dovranno essere spese entro fine mese altrimenti torneranno allo Stato. In questo modo l’esecutivo vuole assicurarsi che le risorse impiegate vadano a sostenere i consumi e quindi l’economia.
I principi guida indicati nel DEF
Nella nota di aggiornamento al DEF si chiarisce che l’introduzione del Reddito di Cittadinanza ha un duplice scopo di sostenere il reddito di chi si trova al di sotto della soglia di povertà relativa (pari a 780 euro mensili) e fornire un incentivo a rientrare nel mercato del lavoro, attraverso la previsione di un percorso formativo vincolante, e dell’obbligo di accettare almeno una delle prime tre proposte di lavoro eque e non lontane dal luogo di residenza del lavoratore.
L’attuazione efficace dell’obbligo formativo e della effettiva partecipazione al mercato del lavoro richiede il rafforzamento qualitativo e quantitativo dei centri per l’impiego, tenendo anche conto della necessità di coordinarsi con il livello di governo regionale. Due sono gli aspetti più rilevanti che si dovranno definire: i) individuare le competenze da formare, funzionali allo sviluppo delle diverse Regioni; ii) definire un sistema di tracciabilità dei fondi destinati alla ristrutturazione dei centri per l’impiego.
Riorganizzazione dei centri per l’impiego
La ristrutturazione dei centri per l’impiego dovrà puntare a rendere omogenee le prestazioni fornite, e realizzare una rete capillare in tutto il territorio nazionale. Il Governo intende attuare un piano di assunzioni di personale qualificato, in aggiunta a quanto già definito nella Legge di Bilancio per il 2018. Sarà inoltre dedicata particolare attenzione alla realizzazione del Sistema Informativo Unitario e allo sviluppo di servizi avanzati per le imprese, in grado di facilitare l’attività di ricollocazione dei disoccupati. Infine, sarà necessario assicurare un adeguamento dei locali anche dal punto di vista strutturale, rendendo i centri per l’impiego un luogo in cui il lavoratore può trovare da subito un aiuto e condizioni adattate agli urgenti bisogni derivanti dalla perdita del posto di lavoro.
Il Reddito di Cittadinanza opererà in via completamente digitale, riducendo tempi costi e possibilità di frodi. Nel contempo verrà attuata la piena interoperabilità delle banche dati a disposizione dello Stato e dei Centri per l’Impiego, consentendo l’incontro in tempo reale della domanda e dell’offerta di lavoro.