Reddito famiglie frena e cala potere d’acquisto, Istat certifica balzo spesa per interessi (+1,7 mld)
Si conferma il momento delicato per l’Italia con il reddito disponibile delle famiglie consumatrici aumentato solo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,3%. Allo stesso tempo la propensione al risparmio delle famiglieè stata pari all’8,3%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. A fronte di una variazione dello 0,3% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
Dalla fotografia scattata dall’Istat nel consueto rapporto trimestrale “Conto trimestrale delle AP, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società” emerge una frenata rispetto ai dati dei trimestri precedenti.
“Il Paese arretra. Il reddito disponibile delle famiglie, che nel secondo trimestre era salito dell’1,1% rispetto al trimestre precedente, ora sale appena dello 0,1%. Bisogna tornare al terzo trimestre 2016 per avere un incremento più basso”, rimarca Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc), che aggiunge: “Fino a che il potere d’acquisto peggiora ed i redditi restano al palo, è chiaro che i consumi non potranno ripartire come servirebbe per rilanciare la crescita e si resterà agli zero virgola. Inoltre, dato che i risparmi non si possono sacrificare a lungo, il rischio che si torni in territorio negativo è dietro l’angolo”.
La pressione fiscale risulta pari al 40,4% nel terzo trimestre del 2018, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rende noto l’Istat.
Balzo della spesa per interessi rispetto a un anno fa
Nel terzo trimestre 2018 il deficit dell’Italia è stato pari al -1,7% dal -1,8% nello stesso trimestre del 2017. Lo rende noto l’Istat. Il saldo primario delle pubbliche aministrazioni (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil del 2%, a fronte dell’1,6% nel terzo trimestre del 2017. Il saldo corrente è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,1% (1,6% nel terzo trimestre del 2017).
“L’aumento dell’avanzo primario è stato quasi completamente bilanciato dalla crescita della spesa per interessi (salita di circa 1,7 miliardi rispetto al terzo trimestre 2017)”, rimarca l’Istat.