RePowerEU: confermata spinta su rinnovabili e diversificazione fonti, ecco i titoli che ne beneficeranno
Ridurre la dipendenza energetica dell’Unione europea dalla Russia è l’obiettivo principale di RePowerEu, il piano della Commissione europea presentato da Ursula von der Leyen.
“Possiamo sostituire i combustibili fossili russi lavorando su tre livelli: dal lato della domanda, con il risparmio energetico, ma soprattutto dal lato dell’offerta, diversificando le importazioni di energia dai combustibili fossili e accelerando la transizione verso l’energia pulita”, ha affermato von der Leyen, precisando che il piano mobilita quasi 300 miliardi di euro, circa 72 euro miliardi di sovvenzioni e 225 miliardi di euro di prestiti.
RePowerEu: cosa prevede il piano energetico europeo
Obiettivo della strategia è garantire l’indipendenza dell’Europa dalle fonti energetiche russe attraverso un mix di risparmio energetico con un calo dei consumi del 5% nel breve termine agendo sul comportamento dei consumatori, ma anche attraverso la building renovation, le pompe di calore, il divieto ai boilers, l’obbligo di installazione dei pannelli sugli edifici.
Focus anche sullo sviluppo delle rinnovabili con l’innalzamento del target sul mix energetico dal 40% al 45% al 2030 (circa 170 GW aggiuntivi per un totale di 1236GW a fine periodo), lo sviluppo di una strategia ad hoc per il solare (600 GW al 2030 vs 135GW fine 2020) e facilitazioni autorizzative (massimo 3 mesi per il periodo autorizzativo e lo sviluppo della filiera di produzione equipment, come pannelli, inverter, elettrolyzers).
Infine, la diversificazione energetica con il rafforzamento della produzione di idrogeno (10mnt) e il maggior import dello stesso (10mnt), lo sviluppo di biogas fino a 35 bcm al 2030 e la costruzione di LNG alternativi.
Quali titoli di Piazza Affari ne beneficeranno
Il RepowerEU avrà ricadute positive per le società energetiche. In particolare, Equita indica in primis quelle operanti nel campo delle rinnovabili, come Erg, Falck Renewables, Alerion, Plenitude, Iren e A2a. Ma non solo. Coinvolte anche le società delle reti elettrice, come Terna, e, in misura minore, Enel per la parte distribuzione. Risvolti positive, infine, anche, per le realtà dei carburanti alternativi, come Snam.
La riduzione implicita dei consumi di gas poterebbe invece rappresentare un elemento negativo, secondo gli analisti della sim milanese, soprattutto per l’utilizzo e la valorizzazione delle reti di trasporto di gas esistenti e quindi per Snam, Italgas e Ascopiave.
Risvolti anche oltre il settore energetico, occhio a Danieli
Una menzione a parte va fatta per il settore siderurgico. Tra gli obiettivi di RePowerEU infatti c’è anche la riduzione dei consumi di combustibile fossile nella produzione di acciaio attraverso l’utilizzo dell’idrogeno nei processi produttivi. Nel dettaglio, l’obiettivo è che il 30% della produzione europea di acciaio venga decarbonizzata entro il 2030 attraverso la sostituzione di altiforni in impianti di DRI (direct reduced iron) a idrogeno verde. L’investimento stimato è di circa 18-20 miliardi (oltre 2 miliardi l’anno per i prossimi 8 anni).
“La notizia è positiva per Danieli – suggeriscono da Equita – che (in partnership con
Tenova) è tra i due produttori al mondo di impianti di DRI”.