Rilancio di buoni postali e libretti di risparmio, il piano di Poste Italiane con la sponda di Cdp
In Italia sono ben 26 milioni i possessori di Buoni Fruttiferi Postali e dei Libretti di risparmio postale che insieme raccolgono un tesoretto di 321 miliardi di euro di risparmi degli italiani. Nel dettaglio circa 212 miliardi di euro in Buoni postali e circa 109 miliardi di euro depositati sui Libretti (dati al 30/09/2017).
Buoni postali e libretti di risparmio sono stati negli anni un punto fermo nelle decisioni di risparmio di buona parte degli italiani in virtù della totale assenza di rischio di tali prodotti, abbinata alla flessibilità di rimborso e all’assenza di costi.
Nell’ultimo triennio il loro appeal è però diminuito complici anche i rendimenti molto bassi con i tassi Bce che stazionano a quota zero da molto tempo e le attuali previsioni li vedono rimanere ai minimi storici probabilmente fino al 2019.
Poste Italiane, che negli ultimi anni aveva posto maggiormente l’accento sullo sviluppo del risparmio gestito, intende rilanciare la raccolta di buoni postali e libretti di risparmio. In tale direzione va l’accordo con Cassa depositi e prestiti (CDP) proprio sul servizio di raccolta del risparmio postale. CDP e Poste Italiane con questo accordo intendono infatti rilanciare il Risparmio Postale, con il riposizionamento di Buoni e Libretti, prevedendo maggiori investimenti in tecnologia, comunicazione, promozione e formazione, al fine di raggiungere una sempre più ampia platea di risparmiatori, per i quali questi prodotti costituiscono un’opportunità di risparmio e investimento.
L’accordo per il 2018-2020 prevede una remunerazione mista commisurata in parte allo stock dei prodotti del Risparmio Postale (Libretti e Buoni) e in parte ai flussi annui di sottoscrizione dei Buoni. La remunerazione in favore di Poste Italiane è collegata al raggiungimento di obiettivi annuali di raccolta netta. A fronte del raggiungimento di tali obiettivi, è prevista, nel triennio 2018-2020, una remunerazione annua in favore di Poste Italiane compresa tra un minimo di 1,55 miliardi di euro e un massimo di 1,85 miliardi di euro.