Rinnovabili: il Sud traina la crescita. Governo al lavoro sul nuovo decreto, il 25 settembre incontra le associazioni
Il tema delle energie rinnovabili si riaccende, in vista del nuovo decreto su cui sta lavorando il governo. Per ora si tratta di una bozza su cui sono state chiamate al confronto le diverse associazioni di categoria, che sollevano già alcune critiche. Intanto l’Italia continua, seppur a piccoli passi, ad aumentare la produzione di energia da fonti green, grazie soprattutto al contibuto delle regioni del Sud.
25 settembre l’incontro tra governo e associazioni sul Decreto Rinnovabili
Il prossimo 25 settembre il ministero dello Sviluppo Economico incontrerà le associazioni di categoria per confrontarsi sulla bozza del Decreto Rinnovabili. “Il Decreto non è chiuso – ha precisato il sottosegretario Davide Crippa – C’è da definire una serie di questioni quali, ad esempio, gli impianti da realizzare su siti inquinati, l’obbligo di bonifica dei terreni e la salvaguardia per singola tecnologia, all’interno di gruppi di tecnologie concorrenti, per evitare eventuali penalizzazioni. Ma questo vogliamo farlo insieme alle associazioni, pertanto immaginiamo un incontro operativo”.
Sul piede di guerra Assoidroelettrica che in vista dell’incontro ha chiamato a raccolta per il 21 settembre a Desenzano del Garda gli oltre 300 imprenditori del comparto per illustrare i motivi che agitano lo scontento ed evitare il peggio: “Se il Governo non cambierà il Decreto Rinnovabili, lo scellerato taglio degli incentivi previsto sarà un danno incalcolabile per l’intera filiera, tutta made in Italy”, ha avvertito l’associazione.
Il Sud è il motore dell’energia eolica e fotovoltaica
Intanto l’Italia nei primi sette mesi del 2018 ha evidenziato un aumento del 10% della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, grazie soprattutto all’idrico, la cui produzione è salita del 29%. In aumento anche l’eolico (+8%) mentre faticano ancora il fotovoltaico (-7%), la geotermica (-3%) e le biomasse (-1%). Guardando nel dettaglio i dati raccolti da Confartigianato, emerge che è la Basilicata a trainare il settore delle rinnovabili (+14%). Anche al netto dell’idrico, la maggiore propensione di produzione di elettricità green è della Basilicata con 4.688 kWh per abitante (spinta da eolico), seguita dal Molise e dalla Puglia. Queste tre regioni del Mezzogiorno presentano una quota elevata di eolico e si collocano tra le regioni a maggiore produzione da fotovoltaico. Nel complesso la produzione per abitante da sole, vento, geotermia e biomasse nel Mezzogiorno è 1,8 volte quella del Centro Nord.
Oltre 50mila posti di lavoro dalle rinnovabili
La produzione di energia da rinnovabili genera importanti impatti sull’economia. Secondo le ultime stime del Gse sulle ricadute economiche ed occupazionali connesse alla diffusione delle fonti rinnovabili, nel 2017 fonti green hanno generato investimenti per 1,9 miliardi di euro, un contributo al valore aggiunto di 3,2 miliardi di euro. Positivo anche l’effetto sull’occupazione con la creazione di 38mila posti di lavoro permanenti e 15mila posti temporanei.
Dipendenza energetica dell’Italia tra le più alte d’Europa
La dipendenza energetica dell’Italia, misurata dal rapporto percentuale tra importazioni nette e consumo interno lordo, è al 77,5%, di 23,9 punti più alta della media europea ed è la più elevata tra i maggiori paesi Ue. Una posizione che preoccupa visto l’incremento dei prezzi dell’energia importata: a luglio si consolida al 30% il rialzo dei prezzi delle importazioni di energia e si stima che quest’anno l’aumento del prezzo del petrolio determini un effetto depressivo di 0,4 punti di Pil.
Al 2050 il 100% dell’energia da fonti rinnovabili
L’obiettivo è ambizioso: arrivare al 2050 con il 100% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. “I nostri obiettivi sono di arrivare nel 2050 con il 100% di energie da fonti rinnovabili per alimentare sia il settore termico che quello elettrico, ridurre i consumi finali di energia del Paese in tutti i settori ed incrementare fortemente l’utilizzo di energia elettrica”, ha dichiarato il Sottosegretario Crippa. Necessario dunque un programma di sviluppo industriale, in grado di sollecitare e sostenere gli investimenti del sistema produttivo italiano e la creazione di posti di lavoro nei prossimi 20 anni.