Risparmi: boom di depositi in scia a emergenza Covid, non solo in Italia
Boom di depositi all’insorgere dell’emergenza coronavirus. A marzo, mese in cui è scoppiato l’allarme, i risparmiatori italiani hanno versato nei propri conti 16,8 miliardi di euro, in aumento del 254% rispetto al 2019 e del 346% rispetto alla media mensile italiana dell’anno precedente (circa 4,85 miliardi di euro). Questo è il risultato che emerge da uno studio pubblicato da Deposit Solutions, sulla base dei dati divulgati dalla Banca Centrale Europea.
Una tendenza che è stata evidente anche nelle restanti principali economie europee. Nel dettaglio, i francesi hanno depositato oltre 19 miliardi di euro e gli spagnoli circa 10 miliardi di euro. “In tempi di crisi profonde come quella attuale, sia i risparmiatori italiani, sia quelli esteri, si stanno rivolgendo a prodotti di risparmio ritenuti più sicuri, abbandonando asset class più rischiose”, ha commentato Ermanno Ciarrocchi, Chief Sales Officer Europe di Deposit Solutions.
Attualmente, presso le banche nell’Eurozona, sono depositati complessivamente oltre 7.800 miliardi di euro. Solo negli ultimi due anni, ne sono stati aggiunti 750 miliardi. In particolare, le banche tedesche detengono il maggior ammontare di depositi con 2.400 miliardi di euro o quasi un terzo del totale.
Quali differenze con la crisi del 2008?
Differenze significative di comportamento dei risparmiatori tra la crisi del 2008 finanziaria e quella attuale. Ad esempio, Paesi Bassi, Francia e Spagna nel settembre 2008 hanno registrato decrementi nei propri depositi; nel marzo 2020, al contrario, tutti e tre i paesi hanno visto un aumento dei propri depositi. Anche per quanto riguarda i depositi dei risparmiatori degli altri stati nell’Eurozona, la crisi del coronavirus non sta rappresentando una fotocopia del comportamento precedente: infatti, la raccolta netta di depositi era già diminuita costantemente nei mesi precedenti al settembre 2008 e aveva raggiunto il punto più basso con il fallimento della Lehman Brothers; nel 2020, invece, la crescita del volume dei depositi era già stabile prima della crisi e lo è rimasta anche al momento dell’esplosione del coronavirus.