Risparmio: indagine Intesa-Einaudi, è ancora boom di liquidità sui conti. Cala capacità risparmio degli italiani
Sale ancora la liquidità (ovvero i soldi parcheggiati nei conti correnti), ma diminuisce il numero degli italiani in grado di risparmiare. Nel dettaglio, la quota dei risparmiatori scende dal 55,1 al 48,6%, ma aumenta di ben 6,7 punti percentuali la quota del risparmio involontario. L’effetto netto determina un aumento complessivo della liquidità giacente sui conti correnti delle famiglie pari a 110 miliardi di euro. Gli obiettivi principali dei risparmiatori nel 2021 restano nel lungo periodo la sicurezza e nel breve la liquidità. È quanto emerge dalla ricerca annuale sul risparmio e le scelte finanziarie degli italiani 2021 presentata oggi da Einaudi e Intesa Sanpaolo. Alla presentazione dell’indagine che analizza il rapporto degli italiani con il risparmio e l’influenza che la pandemia sta avendo sulle scelte di investimento delle famiglie hanno partecipato Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, Beppe Facchetti e Giuseppe Russo, presidente e direttore del Centro Einaudi.
Nessuna fuga dagli investimenti ma prudenza
Gli investimenti finanziari nell’anno del Covid-19 sono stati ridotti e messi in larga parte in standby proprio dall’incertezza pandemica, ma anche dalla difficoltà oggettiva di incontrare sul mercato investimenti corrispondenti agli obiettivi dei risparmiatori, che nel 2021 privilegiano nel lungo periodo, la sicurezza (ossia il desiderio di non perdere il capitale investito) e nel breve periodo la liquidità. Osservando ad esempio le azioni sono considerate “titoli per esperti, dunque appannaggio di una minoranza pari al 6,1 per cento del campione”. Metà di essi ha effettuato acquisti netti nell’ultimo anno. Sono 5 gli investitori in azioni soddisfatti per ogni insoddisfatto.
L’indice di soddisfazione maggiore di tutte le classi di investimento va al risparmio gestito (il rapporto tra soddisfatti e insoddisfatti è di 6 a 1). Fondi e risparmio gestito durante la crisi della pandemia hanno fatto registrare investimenti netti da parte dei sottoscrittori. Sui fondi, nel tempo, sono mutati i giudizi: non sono più percepiti come prodotti speculativi, adatti a chi ha buone risorse da investire; adesso per la maggioranza del campione sono prodotti caratterizzati dalla competenza, dalla diversificazione che controlla il rischio e, soprattutto, sono adatti anche ai piccoli risparmiatori. E nel biennio pandemico è stato così.
Guardare agli investimenti alternativi e innovativi: avanti adagio
Gli investimenti nuovi e alternativi cominciano a entrare nella consapevolezza dei risparmiatori, ma lo fanno molto lentamente. I bitcoin affascinano appena il 5% degli intervistati (senza che abbiano necessariamente acquistato questi strumenti). “Trovano i potenziali estimatori all’incrocio dei risparmiatori giovani, benestanti e istruiti – segnala l’indagine annuale -. È presto per affermare che si tratti di un interesse che va oltre una moda, e del resto non sono gli investimenti più raccomandabili quanto a sicurezza (che resta la prima caratteristica desiderata dai risparmiatori anche delle categorie più dinamiche), stanti l’alta volatilità delle criptomonete e il fatto che esse non godono della tutela tradizionale della MIFID”.
C’è poi una percentuale pari 6,7 per cento del campione – si sale al 14 per cento tra i laureati – che mostra interesse per gli investimenti etici e a impatto positivo sull’ambiente e sulla società: il settore finanziario sta raccogliendo questa istanza puntando sulla classificazione e selezione ESG degli investimenti. Tuttavia, essendo di tipo nuovo, il comportamento classico dei risparmiatori italiani è di introdurre nel portafoglio questi investimenti ‘a piccole dosi’