Finanza Notizie Italia Rumor fanno esplodere caso Alitalia: Di Maio verso 30% a Toto, lo stesso della fallita Livingston

Rumor fanno esplodere caso Alitalia: Di Maio verso 30% a Toto, lo stesso della fallita Livingston

26 Aprile 2019 13:07

Sì di Bruxelles al decreto che stabilisce le modalità dei risarcimenti ai risparmiatori cosiddetti truffati dalle banche italiane. La conferma è arrivata con le parole della presidente della Commissione europea Margrethe Vestager, nel corso di una intervista rilasciata a un gruppo di giornali europei tra cui Il Sole 24 Ore.

Vestager è stata invece più cauta riguardo alla decisione del governo M5S-Lega di rimuovere la scadenza al prestito concesso ad Alitalia. E proprio di Alitalia si torna a parlare in queste ore, dopo le indiscrezioni riportate dal quotidiano La Repubblica.

Il quotidiano rivela la strategia del vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio per salvare la compagnia italiana:

“Dare il 30% del vettore a Riccardo Toto, per evitare i Benetton: Il primo contatto concreto c’è stato a fine marzo, negli Stati Uniti durante il viaggio che Luigi Di Maio ha compiuto a New York e Washington. Da quel momento il dialogo è andato sempre più avanti. E ora è a un passo dalla formalizzazione dell’intesa. Il socio italiano in grado di chiudere il cerchio di Alitalia è Riccardo Toto. Proprio uno degli esponenti della holding che in passato si era impegnato con alterni risultati nel settore dell’aerotrasporto. Con AirOne, poi confluita nell’Alitalia tutta italiana voluta nel decennio scorso da Silvio Berlusconi, e con la New Livingstone, esperienza terminata traumaticamente nel 2014″.

La trattativa, prosegue il quotidiano, “è stata condotta in prima persona dal vicepremier e ministro dello Sviluppo economico. La vicenda della compagnia di bandiera è stata trasformata dal capo politico del Movimento 5 Stelle in una sorta di battaglia personale. Non riuscire a risolvere questa grana equivarrebbe dunque ad una sconfitta personale. Si tratta di una telenovela che ormai somma da anni infinite puntate. Ma perdere la compagnia di bandiera a un passo dal vero e proprio fallimento sarebbe un colpo all’immagine del governo sovranista gialloverde. E tutto questo a un mese dalle elezioni europee. Non a caso Di Maio punta a chiudere il pacchetto entro la data concordata con i commissari dell’azienda tricolore. E il giorno è ormai arrivato, si tratta di martedì prossimo. Il quadro del futuro assetto azionario, se non dovessero intervenire ostacoli improvvisi o ripensamenti da parte di Toto, è dunque sostanzialmente definito. Lo Stato sarebbe di fatto il socio di riferimento, in grado di mantenere il controllo. Le Ferrovie hanno già dato la disponibilità ad acquisire il 30 per cento di Alitalia, il ministero del Tesoro entrerebbe con il 15 per cento. L’americana Delta sarà della partita con un altro 15 per cento. La società statunitense si sta facendo garante pure di una partecipazione di un altro soggetto industriale, i cinesi di China Eastern. Anche se da Pechino frenano molto su questo coinvolgimento”. L’impegno finanziario della famiglia Toto “oscilla intorno ai 250 milioni di euro”.

Peccato però che Riccardo Toto sia stato lui stesso protagonista di un noto fallimento nel settore delle compagnie aeree, con il caso Livingston, la compagnia che Toto riuscì a rimettere in carreggiata, ma solo per tre anni, visto che nel 2014 arrivò la revoca della licenza da parte dell’Enac: la fine dei giochi venne confermata con la dichiarazione di fallimento.

Sempre la Repubblica, in un articolo scritto da Luca Pagni, ripercorre l’Odissea Alitalia, ricordando quando arrivarono i “capitani coraggiosi”, ovvero quella cordata “messa in fila da Intesa Sanpaolo, allora nelle mani del banchiere Corrado Passera, guidata da Roberto Colaninno con nomi illustri dell’industria come Benetton, Riva, Ligresti, Marcegaglia e Caltagirone”.

“La parte sana dell’azienda va a loro – si legge nell’articolo – quella cattiva sul groppone dello Stato che si accolla debiti e paga la cassa integrazione. Air France torna in pista: partner strategico al 25% del capitale. E qui rientra anche la Toto Holding, che fonde la malmessa AirOne nella nuova Alitalia (che di fatto la salva) e si ritrova ad essere azionista, nonché “prestatore” di aerei in leasing alla compagnia di bandiera. Operazioni con valutazioni incerte, che daranno luogo proprio a quel contenzioso verso la Cai che ha portato gli arbitri a fissare il risarcimento.

“Toto ha lasciato un buco in Alitalia”, commentano i quotidiani dell’epoca”.

Tutto questo, mentre, così come riporta Il Sole 24 Ore, Vestager fa capire che Bruxelles tiene sotto estretta osservazione il dossier Alitalia:

“Non abbiamo ancora terminato di analizzare il prestito concesso ad Alitalia – ha spiegato la commissaria durante l’intervista rilasciata al Sole 24 Ore –. Ho visto la decisione del governo italiano. Questa non influenzerà l’analisi se si tratta di aiuto di Stato o meno. Da questo punto di vista, la decisione ha un effetto neutrale. Se dovesse trattarsi di aiuto di Stato, ebbene questo sarà stato più lungo. Come detto, tuttavia, non abbiamo ancora terminato la nostra analisi».

Così, il quotidiano di Confindustria continua a commentare:

“Se la Commissione rimane guardinga è perché in sé la cancellazione della durata del prestito non è dirimente. È chiaro che il segnale è negativo e che qui a Bruxelles ha provocato una alzata di sopracciglia. Nel frattempo, però, l’esecutivo comunitario sta aspettando un piano di ristrutturazione che il governo Conte ha promesso entro breve. Solo a quel punto la linea di credito potrà essere pienamente valutata, anche alla luce di una eventuale discontinuità tra vecchia e nuova società. La natura stessa del prestito potrebbe essere ridefinita in quanto strumento utile a una ristrutturazione dell’azienda”.

Intanto su Twitter Alitalia diventa oggi tra gli hashtag più popolari, e la polemica infuria.

Nel frattempo, arriva la nota delle FS, che affermano che, al momento, non avrebbero avuto nessun contatto con Riccardo Toto, indicato da indiscrezioni di stampa come possibile socio da aggregare alla cordata guidata dal gruppo ferroviario per rilevare Alitalia, in sostituzione di Atlantia.

E ancora Umberto Gambini parlamentare europeo ricorda il trauma Alitalia ancora in essere: “Alitalia rimane una compagnia inefficiente, incapace di rimborsare il prestito ponte, e i contribuenti hanno perso i soldi. Ora la nuova Alitalia continua ad andare avanti senza una ristrutturazione seria, almeno fino a quando non ci sarà bisogno del prossimo bailout”.