Salario minimo orario: cosa prevedono le proposte di legge del Pd e del M5S
Dopo il reddito di cittadinanza, la nuova battaglia dei Cinque Stelle sarà sul salario minimo. Lo annuncia il vicepremier e ministro del lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Proprio sul salario minimo Di Maio nei giorni scorsi aveva invitato il neo segretario del Pd, fresco fresco di primarie, Nicola Zingaretti a creare ampie convergenze parlamentari sul disegno di legge pentastellato. Attualmente difatti sono due i disegni di legge sul salario minimo: uno del Pd su iniziativa di Mauro Laus, ex presidente del Consiglio regionale del Piemonte e uno del Movimento Cinque Stelle a prima firma di Nunzia Catalfo.
Salario minimo: uno sguardo alla situazione in Europa
Il salario minimo è così definita la paga minima che spetta ai lavoratori definita dalla legge, e che può essere oraria, giornaliera o mensile. L’Italia è uno dei pochi stati membri a non avere un salario minimo legale visto che su 28 ben 22 ce li hanno. Secondo un rapporto dell’agenzia Eurofound nella maggior parte dei casi il salario minimo è fissato su base mensile come in Francia (1.521 euro) e in Spagna ( 1050 euro), mentre in Germania, Gran Bretagna e Irlanda è su base oraria, rispettivamente a 9,19, 7,8 sterline e 9,80 euro. Detto ciò vediamo nei dettagli cosa prevedono le due proposte di legge.
La proposta del Pd
I dem hanno presentato il loro testo sul salario minimo al Senato il 3 maggio 2018, primo firmatario Mauro Laus. All’articolo 2 il disegno di legge si propone di introdurre “un salario minimo di 9 euro orari, al netto di contributi previdenziali e assistenziali, nei settori non regolati da accordi tra datori di lavoro e organizzazioni sindacali”, da applicare a tutti i rapporti aventi per oggetto una prestazione lavorativa. Il testo fissa in un minimo di 5mila e un massimo di 15mila euro la sanzione per i datori di lavoro che violano le regole.
La proposta del M5S
Qualche mese dopo, il 12 luglio2018, i Cinque Stelle presentano al Senato la loro proposta di legge sul salario minimo, a firma di Nunzia Catalfo. Il testo di legge prevede retribuzione non inferiore a 9 euro all’ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali. La proposta M5s si pone come obiettivo una definizione “certa, uguale per tutti i rapporti di lavoro subordinato, e cogente del trattamento economico che integra la previsione costituzionale della retribuzione proporzionata e sufficiente, attraverso l’obbligo che non sia inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative”. Il salario minimo targato Cinque Stelle dovrà essere applicato a tutti i contratti subordinati e parasubordinati e nel testo non si affronta il tema sanzioni. Ma oltre al quantum, la differenza principale tra le due proposte di legge sta nella contrattazione collettiva che nelle intenzioneidel M5S si punta a non sostituire, assecondando così le richieste dei sindacati che temono possa venir meno la necessità dei Ccnl.
Quando inizieranno i lavori parlamentari? La prima data che emerge è quella di martedì 12 marzo, quando cominceranno nella Commissione Lavoro del Senato le audizioni sui diversi disegni di legge. Lo annuncia, come riporta l’Ansa, la senatrice Pd Annamaria Parente, vicepresidente della Commissione Lavoro di Palazzo Madama.