Salute: un italiano su dieci si indebita per curarsi
Rabbia, insoddisfazione e senso di ingiustizia. Sono i sentimenti con cui molti italiani guardano alla sanità. Il rapporto Censis – Rbm Assicurazione salute fa il punto sulla spesa sanitaria in Italia
Per curarsi gli italiani pagano di tasca propria e pagano sempre di più. Nel periodo 2013-2017 la spesa sanitaria è cresciuta del 9,6% attestandosi a 40 miliardi di euro. A soffrire di più, come spesso accade, è chi ha meno. Secondo il rapporto – Rbm Assicurazione salute la tredicesima di un operaio se ne va in cure per sé e per i suoi familiari.
Redditi bassi e debiti per la salute
Nel 2017 44 milioni di italiani (siamo poco più di 60 milioni) hanno dovuto aprire il portafoglio per pagare prestazioni sanitarie per intero o parzialmente (ticket). Di questi 44 milioni la parte più debole (famiglie operaie) ha dovuto rinunciare ad aumentare i propri consumi (+0,1%) nel periodo 2014-2016 ma non ha potuto evitare di spendere il 6,4% in più per le cure sanitarie private. Per gli imprenditori, spiega il report, le cose sono andate meglio con un incremento dei consumi del 6% maggiore e un aumento della spesa sanitaria inferiore (+4,5%).
In pochi riescono a coprire la spesa con il proprio reddito, appena il 41% della popolazione italiana. Alcuni non ce la fanno e si indebitano, o rinunciano a curarsi. In particolare il 23,3% attinge ai risparmi, il 35,6% deve anche ricorrere all’indebitamento (il 41% nelle famiglie a basso reddito).
Sanità ingiusta
A fronte di questi dati è comprensibile la percezione di insoddisfazione degli italiani sulla sanità del Paese. Il 37,8% prova rabbia verso il Servizio sanitario per le liste di attesa troppo lunghe e i casi di malasanità, il 26,8% critica il fatto di dover pagare di tasca propria le prestazioni nonostante si paghino le tasse. Appena il 17,3% degli italiani si ritiene tutelato dal Servizio e l’11,3% è orgoglioso e pensa che la Sanità italiana sia una delle migliori del mondo. La reazione di 13 milioni di italiani alla percezione di una sanità ingiusta è difendere le risorse locali. Sono 13 milioni i cittadini che dicono stop alla mobilità sanitaria fuori regione.
Orari ridotti
Uno degli elementi che gli italiani sopportano meno è il fatto di doversi assentare dal lavoro per curarsi. Il 68% degli occupati ha infatti dovuto chiedere permessi lavorativi visto che le strutture sanitarie erano chiuse in orari non lavorativi.
Ci sono poi gli insofferenti verso chi ha stili di vita poco sani. In 21 milioni pensano che persone che compromettono la propria salute con stili di vita nocivi (fumo, alcool, tossicodipendenze e obesità) dovrebbero essere penalizzati con tasse aggiuntive o limitazioni di accesso alle cure.
Gli scontenti al Sud i rancorosi nella Lega e nel M5s
Gli scontenti risiedono soprattutto al Sud (45,5%) mentre i più rancorosi sono gli elettori del Movimento 5 stelle e della Lega (41,1% e 39,2% di negativi rispettivamente). Sono anche, tuttavia, i più fiduciosi nella possibilità di cambiare le cose: 47,1% tra gli elettori del M5s e 44,7% tra quelli della Lega. Una fiducia non condivisa da quasi la metà degli italiani. Per il 47% i politici hanno fatto troppe promesse e lanciato poche idee valide. Il tema sanità è, in ogni caso, determinante per le elezioni: per l’81% dei cittadini è una questione determinante nella scelta del voto.