Salvini medita corsa a presidenza Commissione Ue. Il posto di Juncker diventerà suo?
Il vicepremier, leader della Lega, ministro dell’Interno Matteo Salvini al posto di Jean-Claude Juncker? Non è fantapolitica, visto che è lo stesso Salvini che, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, non esclude l’opzione di candidarsi alla presidenza della Commissione europea. D’altronde, i tempi di Juncker, così come quelli dei due commissari Gunther Oettinger e Pierre Moscovici, e di molti altri ‘burocrati dell’Ue’ si avvia alla conclusione. Con le elezioni europee del 2019, ne è convinto, le cose sono destinate a cambiare.
Parlando da Mosca, all’osservazione del giornalista: “Ormai ha messo l’elmetto. Sta pensando di guidare a maggio il ‘fronte della libertà’, come avete definito con Marine Le Pen la costellazione dei partiti sovranisti? Sarà il candidato populista alla presidenza della Commissione?”, il leader della Lega rivela:
“E’ vero, amici di vari paesi europei me lo stanno chiedendo, me lo stanno proponendo. Fa piacere vedano in me un punto di riferimento per la difesa dei popoli, anche fuori dall’Italia”.
Dunque, quale sarebbe la sua decisione? Salvini prende tempo, ma lascia allo stesso tempo la porta aperta:
“In questo periodo tra manovra, Europa, immigrati, non ho avuto tempo e modo per valutare la proposta. Maggio è ancora lontano. Vediamo, ci penso“.
Sicuramente, i tempi di Oettinger e di Moscovici sono ormai agli sgoccioli. Per non parlare poi dello stesso Juncker che, riferendosi alla manovra made in Italy, ha parlato di “deviazione inaccettabile”. Frase a cui il leader della Lega non dà ormai alcuna importanza:
“Ancora Juncker? Barcollo ma non mollo? Ma basta, a lui non rispondo più nemmeno. Lo ha sentito l’applauso poco fa? E’ la migliore risposta ai burocrati di Bruxelles. E poi Oettinger, Moscovici, questi signori parlano negli ultimi giorni dal bunker assediato, sanno che tra sei mesi andranno a casa, quando anche sull’Europa soffierà il vento del cambiamento. In Italia per poco la gente non scende in piazza in giubilo per i provvedimenti che abbiamo inserito in manovra”.
Nessun timore, dunque, di alcuna eventuale procedura di infrazione da parte di Bruxelles, così come anche di alcuna eventuale bocciatura da parte delle agenzie di rating:
“Noi rispondiamo a 60 milioni di italiani, non a loro. La manovra non cambierà di una virgola. Ma non si permettano di inviare troike o commissari. La smettano, facciano lavorare il governo degli italiani. Mi appello al buon senso, come Draghi”.