Sboom del potere d’acquisto e Covid fa balzare la propensione al risparmio
Calano reddito disponibile e potere d’acquisto delle famiglie italiane, salgono le tasse, ma tra i primi effetti più evidenti dell’emergenza Covid a spiccare è soprattutto l’aumento dell’avversione al rischio e quindi un balzo record della propensione al risparmio. Dai dati relativi al primo trimesstre 2020 diffusi oggi dall’Istat emerge infatti che il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dell’1,6% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali si è ridotta del 6,4%.
La pressione fiscale nel primo trimestre 2020 è stata pari al 37,1%, in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Balza la propensione al risparmio
La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata al 12,5%, in aumento di 4,6 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2019. Il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente dell’1,7%, a fronte di una sostanziale stabilità dei prezzi (+0,2% la variazione del deflatore implicito dei consumi delle famiglie rispetto al trimestre precedente).
“Le misure di sostegno ai redditi introdotte per contenere gli effetti negativi dovuti all’emergenza sanitaria hanno limitato in misura significativa la caduta del reddito disponibile e del potere di acquisto delle famiglie – rimarca l’Istat – . A fronte della brusca contrazione della spesa per consumi finali delle famiglie legata alle misure di contenimento, è aumentato considerevolmente il tasso di risparmio”.
L’emergenza Covid che ha spinto gli italiani ad aumentare il tasso di risparmio visto il contesto di elevata incertezza. I saldi sui conti correnti sono lievitati nei primi mesi del 2020 e stando a quanto calcolato settimana scorsa dal Centro studi di Unimpresa i depositi e i conti correnti sono aumentati oltre 94 miliardi di euro (+7%) negli ultimi 12 mesi, spinti da impennata rilevante nei primi mesi del 2020 durante i quali, complice il lockdown e l’aumento della propensione al risparmio, si è registrato un incremento di quasi 40 miliardi (+30%).
Tornando al calo di reddito e potere d’acquisto, l’UNC mette in risalto come le misure di sostegno dei redditi adottate a partire dal Cura Italia siano servite e hanno consentito di contenere la caduta del reddito disponibile e del potere d’acquisto, ma non abbastanza. “Specie se si considera che si tratta di dati trimestrali e che l’Italia diventa zona rossa solo a partire dal 10 marzo e le attività produttive sospese dal 25 marzo”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Intanto il deficit schizza in alto complici spese per CIG e indennità varie
I dati Istat evidenziano un altro importante effetto della crisi Covid con il balzo del deficit con un forte disavanzo primario. Il Conto delle Amministrazioni pubbliche (AP) evidenzia nel primo trimestre 2020 un indebitamento netto in rapporto al Pil pari al 10,8% dal 7,1% nello stesso trimestre del 2019. Il saldo corrente e il saldo primario delle AP sono risultati negativi, entrambi con un’incidenza sul Pil del -7,8% (rispettivamente, -4,1% e -4,2% nel primo trimestre del 2019).
“L’incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è sensibilmente aumentata rispetto al primo trimestre del 2019 per la riduzione delle entrate e l’aumento delle uscite – argomenta l’Istat – . Queste includono, in base al principio della competenza economica, le spese straordinarie per cassa integrazione guadagni e varie tipologie di indennità relative al mese di marzo”.