Finanza Notizie Italia Silver economy: quando la terza età è un’opportunità di investimento. Le prospettive

Silver economy: quando la terza età è un’opportunità di investimento. Le prospettive

29 Ottobre 2019 15:44

Si vive più a lungo e si vive meglio. Si sa, l’aspettativa di vita in Italia continua ad allungarsi ed è tra le più alte d’Europa: oggi si vive fino a 83 anni in media e le donne, il sesso forte, arrivano fino agli 85 anni d’età. Non è certo una novità. Quello che forse ancora non si percepisce è che questa fetta di popolazione, sempre più ampia, condizionerà nel prossimo futuro la vita di famiglie, imprese e comunità. Ecco allora come guardare la longevità come risorsa e come fonte di nuove opportunità di investimento, oltrepassando stereotipi ancora troppo diffusi.

 

Immaginate una Napoli e una Torino solo di anziani
Secondo il rapporto Censis-Tendercapital, negli ultimi dieci anni in Italia la popolazione over 65 si è ampliata: +1,8 milioni di persone. Una cifra che corrisponde, giusto per avere un’idea della crescita, alla somma degli abitanti di Napoli e Torino. E il trend è destinato a proseguire. Le previsioni per il 2051 annunciano che dagli attuali 13,7 milioni di anziani, pari al 23% del totale della popolazione, si passerà a 19,6 milioni, per una incidenza sul totale della popolazione che sarà del 33%, più di un terzo, e un incremento percentuale del +42%.

 

Una nuova potenza economica
Guardando alla condizione economica degli anziani, il rapporto smentisce in maniera categorica la condizione di povertà, o meglio di atteggiamento alla povertà. Infatti, la quota di ricchezza degli anziani sul totale della ricchezza
delle famiglie italiane è passata in 20 anni dal 20% a quasi il 40% del totale. Gli anziani hanno una ricchezza media più alta del 13,5% di quella media degli italiani, quella dei millennial è addirittura più bassa del 55%. In 25 anni la ricchezza degli anziani è aumentata in termini reali del +77%, mentre quella dei millennial ha segnato un -35%. Inoltre è proprietario dell’abitazione in cui vive il 76% degli anziani, contro il 44,5% dei giovani.

In definitiva, il 63% degli anziani dichiara di avere una situazione economica solida, le spalle coperte, contro il 36% del totale della popolazione. “La verità – sottolinea lo studio – è che se oltre il 60% delle pensioni erogate è inferiore alle 1.000 euro mensili, molti sono i nuclei in cui entrano più pensioni e il reddito familiare è un mosaico di voci che le integra largamente”.

Un altro dato a supporto di questa tesi arriva dall’andamento dei consumi. Se la spesa degli italiani soffre, quella degli anziani no: in 25 anni si è ridotta del -14% la spesa delle famiglie italiane, addiruttura del 34% quella dei millennial, mentre quella degli anziani è cresciuta del 23%. Alta e crescente è anche la propensione degli anziani per i consumi di qualità, culturali e di leisure. Così, ad esempio, gli over 65 spendono in un anno 2,3 miliardi di euro per musei e mostre (+47% in dieci anni), 2,2 miliardi per il cinema (+58%), 2 miliardi per monumenti e siti archeologici (+74%), 1,6 miliardi per teatro (+29%), 1,6 miliardi per concerti (+13%), quasi 600 milioni per discoteche e balere (+12,3%), 4,9 miliardi per viaggi e vacanze (+38%).

Vecchi a chi?
Così la terza (e quarta) età diventa una fase del ciclo di vita connotata da attività, progetti, idee che gratificano. Oggi gli anziani sono profondamente diversi dagli stereotipi che troppo a lungo li hanno confinati ai margini della vita socioeconomica. Ben l’88% di loro si dichiara soddisfatto della propria vita. E se l’asticella della vita si allunga sempre di più, quando si diventa anziani? Secondo gli italiani, non certo quando si va in pensione o si raggiunge una determinata età anagrafica, ma piuttosto se e quando si diventa dipendenti da altre persone nelle ordinarie attività quotidiane.