Smart working con il bonus: spunta un rimborso forfettario per chi lavora da casa
In scadenza a febbraio lo smart working semplificato, ossia l’applicazione del lavoro agile senza accordo tra datore e dipendente, messo a punto in piena pandemia. Se non verrà prorogato lo stato di emergenza a febbraio si tornerà al vecchio regime di applicazione del lavoro agile ma intanto si lavora ad alcune novità.
Bonus spese per smart working
La più importante riguarda l’introduzione di una sorta di bonus spese per chi lavora da casa. Se la legge di fatto prevede che la retribuzione di chi lavora in smart working debba essere la stessa di chi invece si reca in ufficio, nei fatti in questi mesi chi ha lavorato da casa ha visto decurtati dalla busta paga alcune voci, buoni pasto e straordinari in primis. Questo perché verificare e calcolare gli straordinari per chi lavora da casa è difficile così come concepire quanto spetta di buoni pasto. A questo si aggiungono le spese per le utenze, tra corrente, riscaldamento e connessione internet che lavorando da casa sono ovviamente lievitate. Come ovviare a tutto ciò se lo smart working, come ragionevolmente si crede, debba continuare ad essere applicata anche da febbraio?
Cosa ha fatto la Germania
Un esempio arriva dalla Germania. Il governo di Angela Merkel ha pensato di aiutar ei lavoratori in smart working riconoscendo loro uno sgravio da 5 euro al giorno che si potrà scaricare dalle tasse sia per il 2020 sia per il 2021 con tetto massimo che il governo ha fissato a 600 euro. Per ottenere il bonus bisogna superare un costo complessivo di 1000 euro, non solo per le utenze di casa ma anche per internet e l’acquisto di una stampante o di un computer o di altri strumenti di lavoro.
E in Italia? Secondo quanto scrive Repubblica l’idea sul tavolo è di prevedere un rimborso forfettario delle spese o un pacchetto welfare che tenga conto di guadagni e perdite e garantisca al lavoratore benefici di altro tipo rispetto a quelli dei salari standard.