Spada di damocle antitrust UE fa tremare TIM, ostacoli in vista per progetto rete unica
L’antitrust UE è pronta a opporsi al progetto rete unica a cui stanno lavorando TIM e CDP. L’indiscrezione diffusa oggi da Bloomberg News ha subito messo in allerata gli investitori con il titolo Telecom Italia arrivato a cedere oltre il 3% sotto area 0,36 euro. Dai massimi di periodo sopra 0,41 euro a cui si era spinto il 28/8 il titolo della maggiore tlc italiana, proprio sull’onda delle attese per il MoU sulla rete unica (poi arrivato a fine mese con l’avallo dei cda di TIM e CDP), il dietrofront risulta di oltre il 10 per cento.
Antitrust pronta a mettersi di traverso
L’antitrust europeo starebbe monitorando attentamente gli sviluppi sulla fibra e sarebbe contrario alla creazione di un network nazionale unico controllato da Telecom Italia. I funzionari guidati dal Commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager sono preoccupati dalla proposta di combinazione tra la rete fissa di Telecom Italia e quella della rivale Open Fiber, più piccola e controllata dallo Stato, che andrebbe a creare un monopolio, invertendo due decenni di deregolamentazione.
La Commissione europea ha dichiarato in una nota inviata tramite posta elettronica che “sta seguendo da vicino gli sviluppi” e ha rifiutato ulteriori commenti. L’UE in passato ha spesso rifiutato di consentire alle autorità nazionali di rivedere gli accordi di telecomunicazione anche quando si trovano all’interno di un singolo paese.
Non è detto che aggiustamenti su governance bastino a Bruxelles
Il rumor diffuso da Bloomberg News accenna anche al piano a cui gli attori in campo starebbero lavorando per progettare una serie di rimedi di governance al fine di garantire i diritti degli azionisti di minoranza. L’amministratore delegato di Telecom Italia, Luigi Gubitosi, ha più volte ribadoto l’intenzione della tlc di mantenere la quota di controllo della rete una volta che si arriverà al deal con Open Fiber.
A detta di Banca IMI il via libera da parte dell’antitrust europeo sulla rete unica rappresenta il rischio maggiore nella strada verso un deal TIM-Open Fiber. A detta degli analisti dell’investment bak del gruppo Intesa Sanpaolo appare ancora piuttosto incerto capire se una governance indipendente sarà sufficiente a placare i timori dell’Antitrust sulla quota di maggioranza di Tim in AccessoCo.
Intanto Enel deve decidere su futuro quota 50% OPen Fiber
Intanto oggi è elevata l’attesa per il cda di ENEL che esaminerà l’offerta vincolante formulata dal fondo Macquarie per il 50% di Open Fiber. Le ultime indiscrezioni vedono l‘intervento del Tesoro sull’iter di cessione della quota detenuta da Enel in quanto CDP (che detiene il restante 50% di Open Fiber) vorrebbe detenere il controllo della maggioranza assoluta. Il Tesoro è anche azionista di riferimento di Enel. Ieri pomeriggio il ministro Roberto Gualtieri ha convocato l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace e quello di Cdp, Fabrizio Palermo. Il negoziato potrebbe evolvere con un accordo che prevede una salita di CDP nel capitale acquistando un ulteriore 5-10% di Open Fiber da Enel.