Spesa pensioni, per Ragioneria quota 100 costerà 63 miliardi in 18 anni. Dati “sorprendono” l’Inps
Con il nuovo governo Conte bis, il destino di quota 100, l’anticipo pensionistico a 62 anni di età e 38 di anzianità contributiva, è incerto. Terminerà non appena finita la sperimentazione triennale o ancor prima? Verranno introdotti dei correttivi? Dall’Esecutivo per ora le bocche sono cucite ma l’ultimo documento che arriva dalla Ragioneria generale dello Stato non sembra promettere bene.
Nel rapporto 2019 sulle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario, la Ragioneria Generale dello Stato sottolinea come la spesa per le casse erariali per quota 100 sarà pari a 0,2 punti di Pil l’anno fino al 2036, tradotto in numeri oltre 63 miliardi in diciotto anni. “Lo scostamento rispetto al livello di spesa pensionistica in rapporto al Pil che sconta la legislazione immediatamente previgente è particolarmente accentuato nei primi anni della proiezione” si legge nel dossier della Ragioneria. “In particolare, nel biennio 2020- 2021, in corrispondenza con il maggior ricorso al pensionamento anticipato da parte dei soggetti che maturano il requisito congiunto per il collocamento a riposo con almeno 62 anni di età e 38 anni di anzianità contributiva, la maggiore incidenza della spesa in rapporto al Pil – sottolinea la Ragioneria – ammonta a 0,5 punti percentuali. Negli anni successivi, il profilo dei nuovi oneri pensionistici in rapporto al PIL mostra un andamento decrescente”.
Tridico: “Dati della Ragioneria mi sorprendono”
Immediata la reazione del presidente dell’Inps Pasquale Tridico che si dice “abbastanza sorpreso di questi 63 miliardi, probabilmente s’intende qualcos’altro” ha aggiunto Tridico. “Credo sia sovrastimato come dato. “Si intende che qualcuno che va in pensione oggi, con Quota 100, continuerà a prendere una pensione nel futuro, ma chi va in pensione oggi sarebbe uscito a 67 anni. Quella somma è già prevista, i 63 miliardi vanno interpretati in un certo modo, credo sia sovrastimato come dato”, ha aggiunto Tridico spiegando infine che l’Inps ha “avviato un’interlocuzione con la Rgs, ci saranno dei dati ufficiali”. Anche i sindacati hanno detto la loro dopo i conti della RGS. “Sarebbe molto utile che la Ragioneria Generale dello Stato contribuisse a realizzare un’operazione verità sull’importo della spesa per pensioni e della spesa per l’assistenza” ha precisato Domenico Proietti della Uil. “È più che mai opportuno, a tale proposito, restituire rapidamente la commissione istituzionale, per operare questa separazione e dimostrare all’Europa che la spesa per pensioni in Italia è in media, e in qualche caso al di sotto, con quella degli altri paesi. Bisogna, quindi, continuare come già fatto con l’ape sociale e quota 100, a reintrodurre una flessibilità di accesso alla pensione intorno ai 62 anni” ha concluso.