Spread BTP-Bund vicino alla soglia pericolo. Bce tornerà sui suoi passi?
Spread BTP-Bund vicino alla soglia pericolo che potrebbe portare la Bce a rivedere la propria posizione e magari a lanciare quel whatever it takes che i mercati europei stanno chiedendo a gran voce. La soglia pericolo è stata individuata dagli economisti in corrispondenza di quota 250 punti base. Nello scontare il bazooka anti-spread non pervenuto, il differenziale tra rendimenti dei titoli di stato italiani e quelli dei Bund tedeschi a 10 anni si è impennato fino a quota 226 punti base, non lontano dalla soglia alert di quota 250 punti base. E’ necessario il raggiungimento di questo target simbolico per indurre la banca centrale europea ad agire?
Con la Bce che è rimasta con le mani in mano rispetto al rischio di un bis della crisi dei debiti sovrani dell’area euro, si torna a parlare di Piigs. Si tratta dell’acronimo, tristemente noto, che indica i paesi che finirono nel mirino delle speculazioni short degli investitori nel periodo precedente al whatever it Takes di Draghi del 2012, ovvero Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna.
Questi stessi paesi sono finiti sotto attacco nel giorno dello shock firmato Bce, che ha visto trionfare i falchi, con l’annuncio della fine del QE tradizionale APP, di un imminente rialzo dei tassi di 25 punti nella prossima riunione del 21 luglio, di una stretta monetaria forse più aggressiva a settembre, seguita da altri rialzi dei tassi.
Bce, mercati chiedono a gran voce Whatever It Takes stile Draghi
Tutto questo, senza che Lagarde abbia annunciato quello scudo anti-spread, o un qualsiasi bazooka che possa blindare l’Eurozona, su cui i mercati avevano scommesso negli ultimi giorni, complici anche alcune indiscrezioni. All’indomani del trauma Bce, i mercati non danno segnali di distensione: lo spread viaggia ancora al di sopra dei 220 punti, così come i tassi sui BTP oscillano oltre la soglia del 3,6%.
A Piazza Affari le cose non vanno affatto bene, con l’indice Ftse Mib che crolla di quasi -4%.
Gli investitori scaricano anche i bond greci: l’emorragia fa così scattare i tassi ellenici a 10 anni di ben 29 punti base, al 4,41%, al record dal gennaio del 2019.
La Bce ha mostrato un volto così hawkish nella sua disperata lotta contro l’inflazione al punto che l’economista Mohamed El-Erian ha fatto notare che il New Normal potrebbe essere rappresentato da strette di 50 punti base sempre più frequenti, scrivendo su Twitter che i 50 potrebbero essere i nuovi 25.
Sui mercati sorge il forte dubbio espresso da Olivier Blanchard, ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale:
Christine Lagarde & Co ha a disposizione almeno un bazooka da attivare per scongiurare il peggio., al fine di evitare il rischio di frammentazione finanziaria dell’area euro? O il suo impegno è solo a parole?
La preoccupazione più grande, per Blanchard, è che la Bce finisca con l’essere costretta a convincere gli investitori sul fatto che farà il possibile, lanciando per l’appunto un whatever it Takes. E che fino a quando gli investitori non saranno rassicurati a sufficienza, il premio sul rischio diventi sempre più alto, contribuendo ulteriormente alla fiammata dei tassi e dello spread. Così gli strategist di Citigroup incluso Jamie Searle, in una nota ai clienti: “Non ha molto senso per la Bce alzare i tassi in modo aggressivo, provocare una frammentazione (dell’area euro) e poi introdurre un nuovo strumento per contrastarlo. E’ molto più probabile che il ciclo di rialzo dei tassi venga messo fuori gioco dalle le strette monetarie iniziali della Bce, a cui si affiancherà l’allargamento dello spread (BTP-Bund). E il riferimento è proprio ai BTP, dunque al rischio Italia.