Stipendi: i top manager delle quotate prendono fino a 183 volte di un dipendente
I dirigenti delle principali società quotate a Piazza Affari percepiscono uno stipendo che può arrivare fino a 183 volte quello di un loro dipendente. E’ ciò che emerge dall’ultima ricerca dell’ufficio studi di Mediobanca.
Il multiplo più alto è relativo al consigliere delegato chein media prende 14 volte in più di un dipendente normale, ma la sua busta paga può essere più pensate fino a 114 volte. Per quanto riguarda la carica di presidente, lo stipendio è in media 8,5 volte quello di un suo lavoratore, ma può arrivare fino a quasi 97 volte. Le cifre cambiano significativamente se siguarda alle imprese a maggiore capitalizzazione. Con riferimento a quelle che a fine 2018 avevano un valore di Borsa superiore a 1 miliardo, ecco che i divari si allargano notevolemnte e il multiplo del consigliere delegato sale a 24,4 volte, quello del presidente a 9,9 volte. Se la soglia di capitalizzazione aumenta ancora a 3 miliardi, ecco che il multiplo cresce ulteriormente a 38,7 volte per il consigliere delegato e a 12,2 volte per il presidente.
Quanto alla composizione per genere, gli uomini occupano il 66% delle cariche, le donne il residuo 34%. La (poca) presenza femminile varia a seconda della carica esaminata e si riduce notevolmente nelle posizioni più alte: solo l’8% nella carica di consigliere delegato, l’11% nel caso della presidenza e il 18% per la vice presidenza.
La discriminazione dei compensi per genere è evidente: il 35% degli uomini percepisce compensi superiori a 100mila euro, contro il 16% delle donne; oltre i 200mila euro le percentuali sono, rispettivamente, pari al 25% e solo al 5%. Gli scarti maggiori a favore del genere maschile si registrano nelle posizioni con deleghe operative: alla presidenza femminile del CdA tocca un compenso che è metà di quello maschile, per il consigliere delegato il rapporto è del 54,3%. Inoltre, la maggiore presenza femminile tra le cariche non operative porta il compenso medio totale a essere il 25,5% di quello maschile.
L’età aumenta al salire della carica
A fine 2018 l’età media dei soggetti che siedono negli organi di amministrazione e controllo delle quotate è pari a 57,2 anni. Il soggetto più giovane ha 26 anni, il più anziano 97. Le presidenze sono ricoperte da soggetti relativamente più attempati, così come la vice-presidenza supera anch’essa i 60 anni (60,9 in media). Più giovani i consiglieri delegati, dove l’età media si ferma a quasi 56 anni.