Notiziario Notizie Italia Stipendio manager delle quotate a Piazza Affari è di 1 milione all’anno, sempre più legato alla performance

Stipendio manager delle quotate a Piazza Affari è di 1 milione all’anno, sempre più legato alla performance

28 Febbraio 2019 15:29

Lo stipendio medio dell’amministratore delegato di una società quotata a Piazza Affari si aggira intorno a 1 milione di euro all’anno con forti differenze a seconda delle dimensioni dell’azienda. Il manager di una grande impresa quotata in Borsa può infatti ricevere una busta paga che è più del triplo di quella del collega di una società più piccola. Per entrambi però aumenta la componente variabile, vale a dire quella legata alla performance del gruppo.

Quanto guadagnano i top manager delle quotate?
Secondo il rapporto Executive Compensation, elaborato da OD&M Consulting esaminando le politiche retributive delle 237 società quotate a Piazza Affari in base ai bilanci depositati nel 2018 (ma riferiti all’esercizio 2017), la remunerazione media dell’amministratore delegato è in media di 1,07 milioni all’anno, in calo del 2% rispetto all’anno precedente. Lo stipendio dei direttori generali è invece in crescita di 18,6 punti intorno ai 740mila euro, mentre quello dei dirigenti con responsabilità strategiche (direttore finanziario, commerciale, operativo, di divisione) è di quasi mezzo milione (467mila euro per la precisione), in aumento del 2% rispetto all’anno prima.

Il divario tra grandi e piccole aziende
Le remunerazioni più elevate per gli amministratori delegati si registrano nelle grandi aziende, dove si possono raggiungere stipendi intorno a 1,6 milioni, vale a dire 3,2 volte superiori a quelli delle piccole. Lo dimostra anche il fatto che le società del listino principale di Piazza Affari, il Ftse Mib, prevedono stipendi di 1,8 milioni per i propri a.d.

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Aumenta la componente variabile
Per tutti i top manager, la remunerazione è sempre più legata alla performance dell’azienda. Si rileva infatti che la componente variabile assume un peso sempre più rilevante sul totale: raggiunge il 43,5% per gli amministratori delegati, il 41,5% per i direttori generali e il 40% per i dirigenti. Non solo. Il 90% di aziende quotate dichiara di adottare condizioni di accesso ai piani di incentivazione (obiettivo cancello/gate, livelli minimi di performance, threshold). Inoltre, circa il 18% delle aziende indagate non ha raggiunto i risultati previsti di budget e di conseguenza non ha erogato alcun bonus.