Svolta energetica: nel 2050 l’idrogeno coprirà un quarto della domanda in Italia
In Italia l’idrogeno ha grandi prospettive di sviluppo in virtù del significativo potenziale naturale per la produzione di energia solare ed eolica, dalla quale è possibile ricavare “idrogeno verde” tramite elettrolisi dell’acqua, e della capillare rete di trasporto gas esistente. Lo riporta uno studio di Snam-McKinsey, presentato oggi insieme al libro “Generation H” di Marco Alverà (ad di Snam) nel corso dell’iniziativa “The Hydrogen Challenge – 2019 Global ESG Conference” organizzata da Snam a Roma con il patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale e del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Secondo lo studio, l’idrogeno potrebbe arrivare a coprire quasi un quarto (23%) della domanda nazionale di energia entro il 2050 in uno scenario di decarbonizzazione al 95% (necessario per rientrare nel target di contenimento del riscaldamento globale entro 1,5°), più dell’attuale quota di mercato combinata dell’elettricità generata da fonti rinnovabili e fossili (20% nel 2018). Questa crescita potrebbe verificarsi grazie alla progressiva e ormai consolidata diminuzione del costo di produzione dell’energia elettrica rinnovabile solare ed eolica e a una contestuale riduzione del costo degli elettrolizzatori, determinata dalla produzione di idrogeno verde su larga scala. Il maggior potenziale di utilizzo di idrogeno riguarda il settore dei trasporti (camion, bus e treni), quello residenziale (riscaldamento) e alcune applicazioni industriali (raffinazione e processi che richiedono elevate temperature).
“Secondo i nostri studi, in uno scenario di profonda decarbonizzazione, l’idrogeno potrebbe coprire quasi un quarto dei consumi di energia nazionali al 2050. Per questo proseguiremo la nostra sperimentazione in Campania ed entro fine anno introdurremo nella rete di trasmissione del gas naturale un mix di idrogeno al 10%”, ha spiegato l’ad di Snam Marco Alverà, sottolineando che “sono proprio le regioni del Sud Italia, dalla Campania alla Puglia alla Sicilia, ricche di energia rinnovabile, quelle che potrebbero favorire l’affermazione dell’idrogeno come nuovo vettore di energia pulita nonché nuove opportunità di sviluppo e occupazione”. L’impegno di Snam nell’idrogeno rientra nel progetto Snamtec, varato nell’ambito del piano strategico al 2022 e caratterizzato da 850 milioni di euro di investimenti in transizione energetica e innovazione.
Nel corso del dibattito, è stato approfondito il ruolo dei gas rinnovabili, e in particolare dell’idrogeno, per contrastare i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico. L’idrogeno, elemento più abbondante dell’universo, non genera nei suoi vari utilizzi emissioni climalteranti e inquinanti e può essere trasportato e stoccato utilizzando le infrastrutture esistenti. Secondo l’associazione Hydrogen Council, di cui fa parte anche Snam, il valore dell’economia dell’idrogeno è destinato ad aumentare dai circa 100 miliardi di dollari l’anno di oggi a 2.500 miliardi di dollari nel 2050.
Doppio accordo su ricerca e innovazione
Nel corso dell’evento Alverà ha firmato due accordi sui temi dell’energia sostenibile e dell’innovazione. Il primo è un memorandum of understanding con l’Autorità per l’Innovazione di Israele (The National Technological Innovation Authority) mirato a favorire la collaborazione tra Snam e aziende israeliane, in particolare start-up, nelle tecnologie innovative al servizio della green economy.
Il secondo è un accordo quadro Snam-CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) finalizzato a progettualità e analisi comuni per lo sviluppo dell’idrogeno e in generale dei gas rinnovabili e della mobilità sostenibile. La collaborazione, in particolare, prevede l’avvio di un tavolo di lavoro congiunto per valutare studi di compatibilità di quantità crescenti di idrogeno nelle infrastrutture gas e nella mobilità, analisi di processi di cattura, trasporto e stoccaggio dell’anidride carbonica, studi di nuove tecnologie nel settore del biometano e in generale del low-carbon gas.
Snam Plastic Less e l’Osservatorio sui fattori ESG
Snam ha inoltre annunciato oggi l’avvio del programma “Snam Plastic Less”. L’iniziativa è finalizzata a ridurre del 100% l’utilizzo della plastica negli imballaggi industriali entro il 2023 ed eliminare dal 2020 la plastica monouso nei distributori di bevande in tutte le sedi aziendali.
Nel contesto della crescente integrazione dei fattori ESG nell’attività di Snam, la società ha avviato un nuovo comitato del cda dedicato interamente ai temi ESG. A tal proposito, Snam ha dato il via a un Osservatorio permanente ESG. La finalità è avviare riflessioni comuni, coinvolgendo anche altre società quotate italiane, sui temi ESG e definire best practice. In questi mesi, in collaborazione con LUISS, l’Osservatorio ha svolto una prima indagine su un campione di 20 gruppi europei, finalizzata a comprendere natura, ruoli, funzionamento e impatti dei comitati dei cda nell’orientare gli investimenti e la gestione secondo i principi ESG.