Tassi su mutui ai nuovi minimi storici, due terzi delle nuove erogazioni sono a tasso fisso
L’effetto Bce, con la prolungata stagione di tassi zero per l’Eurozona, continua a farsi sentire in positivo con i tassi medi sui mutui ai nuovi minimi storici. Dal rapporto mensile dell’ABI emerge che un nuovo calo dei tassi di interesse applicati sui prestiti alla clientela. Ad ottobre il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,74%, nuovo minimo storico (2,75% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007).
Minimo storico, al 2,02%, del tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni (2,02% anche a settembre 2017, 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso.
Minimo storico anche per il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese risulta pari a 1,35%, era 1,39% il mese precedente (5,48% a fine 2007).
In aumento i prestiti a famiglie e imprese
A fine ottobre i prestiti a famiglie e imprese sono in crescita su base annua di +0,9%. L’Abi rimarca come prosegue la positiva dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere (il tasso di crescita annuo risulta su valori positivi da 21 mesi). Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad. esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).
Sofferenze nette stabili a settembre
Stabili a settembre le sofferenze nette, cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, a quota 65,8 miliardi di euro; dai 65,6 miliardi del mese precedente. Risultano in forte calo rispetto al dato di dicembre 2016 (86,8 miliardi). La riduzione è di oltre 23 miliardi rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è ridotto a 3,82% a settembre 2017 (era 4,89% a fine 2016).