Tracollo fiducia di consumatori e imprese, a rischio i consumi dei prossimi mesi
Crolla la fiducia dei consumatori in Italia, sui livelli più bassi dell’ultimo anno e mezzo. Secondo i dati di febbraio diffusi oggi dall’Istat, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è passato in un solo mese da 113,9 a 112,4 punti, facendo peggio delle attese (consensus a 113 punti). Tutte le componenti sono in peggioramento, seppur con intensità diverse: i giudizi e le attese sulla situazione economica generale del paese registrano le flessioni più consistenti mentre cali più moderati caratterizzano le opinioni sul quadro economico personale.
In particolare, il giudizio degli italiani sulla situazione economica dell’Italia è precipitato di 15,6 punti percentuali in un solo mese, finendo a -62,8 punti (e il segno negativo non è un errore di battitura). Dall’inizio delle serie storiche, ossia dal gennaio 1995, si tratta del quindicesimo peggior risultato di sempre. Entra, quindi, nella classifica delle performance più deludenti. Per avere una riduzione maggiore bisogna tornare all’ottobre del 2013, con una flessione di 27,1 punti. Mentre in testa alla classifica resta il marzo del 1995, -31,9 punti.
Anche il clima di fiducia delle imprese mostra una evidente flessione, passando da 99,1 a 98,3 punti e confermando una evoluzione negativa in atto ormai dallo scorso luglio. Tra i settori produttivi, oltre al calo registrato per l’industria manifatturiera è da rilevare come l’indice di fiducia delle costruzioni, dopo l’aumento dello scorso mese, torni a diminuire. Molto debole è l’evoluzione della fiducia nei servizi di mercato, con il relativo indice settoriale che è sotto 100 da tre mesi, mentre un segnale in controtendenza sembra provenire dalle vendite al dettaglio.
Pessimo segnale, a rischio i consumi nei prossimi mesi
Il calo della fiducia dei consumatori è un pessimo segnale che rischia di avere ripercussioni dirette sui consumi delle famiglie dei prossimi mesi. A lanciare l’allarme è il Codacons: “Numeri che avranno ripercussioni pesanti sui consumi, perché in assenza di fiducia e di ottimismo le famiglie saranno portate a rimandare gli acquisti, con effetti a catena sull’economia italiana – commenta Carlo Rienzi, presidente di Codacons – Il governo deve correre ai ripari contro questa fase di vera e propria recessione dove tutti gli indicatori economici registrano preoccupanti segnali negativi”.
Anche l’Unione Nazionale Consumatori esprime preoccupazione di fronte ai dati Istat. “Anche se non si può ancora parlare di rottura definitiva tra italiani e governo, certo il divorzio è oramai alle porte – afferma Massimiliano Dona, presidente Unc – Servono fatti per ridare speranze sul futuro dell’Italia. Non bastano più le parole e gli slogan”.