Tria su manovra: ‘più margini, nessun impegno su deficit a 1,8%’. Salvini: ‘flat tax come quota 100, sia volontaria’
Meno tasse sul ceto medio, rilancio degli investimenti pubblici al 3% del Pil e cambiare l’immagine del Paese all’estero. Sono questi i tre obiettivi prioritari che il ministro dell’economia Giovanni Tria elenca in un’intervista ad Avvenire.
Tria parla delle condizioni in cui versa la congiuntura italiana, ribadisce l’importanza della Tav, fa anche qualche precisazione sull’obiettivo di deficit che l’Italia si impegnerà a rispettare con la manovra economica del 2020, su cui il ministro è già proiettato. E ci tiene a dire che “innanzitutto, non abbiamo indicato un numero specifico per il 2020, non ci siamo impegnati all’1,8%“.
Questo significa, a suo avviso, che ci sono più margini per la manovra per il 2020 e che la proprità assoluta dovrà essere data agli investimenti. E’ a suo avviso fondamentale che il rapporto degli investimenti pubblici in infrastrutture, rispetto al Pil, torni al 3%. “Oggi sono all’1,8-1,9% e negli anni si sono ridotti del 30%, serve un’inversione”.
Riguardo alla debolezza dell’economia italiana, il titolare del Tesoro ricorre ad alcuni esempi che, a suo avviso, dimostrerebbero come l’Italia stia accorciando le distanze in termini di crescita del Pil, rispetto agli altri paesi europei.
“Noi e la Germania abbiamo subito i colpi più forti dalle tensioni commerciali, anche se la nostra economia è abbastanza resiliente. Faccio notare che quest’anno il Pil della Germania è previsto allo 0,5% (nelle tabelle del Fondo Monetario Internazionale, a cui sembra riferirsi, è incisa in realtà la stima di una crescita dello 0,7%), un dato che indica la difficoltà anche di un certo modello di crescita. E che nel 2020 quello dell’Eurozona è stimato all’1,3% contro il nostro 0,8%: le distanze si stanno accorciando rispetto al passato. Il che non significa che stiamo andando meglio, solo che il nostro rallentamento è minore rispetto agli altri”.
Cifre alla mano, facendo riferimento all’aggiornamento del World Economic Outlook pubblicato qualche giorno fa dall’Fmi c’è da dire, a dispetto di Tria, che il divario in alcuni casi è, invece, decisamente sconcertante.
Per il 2020, l’economia tedesca è stimata per esempio in ripresa al ritmo del +1,7% (upgrade di 0,3 punti percentuali rispetto alle previsioni di aprile). E la crescita della Spagna, nel 2020, è data sì in rallentamento rispetto al +2,3% atteso per quest’anno, ma a un ritmo pari a ben +1,9%. Cifre decisamente più alte di quel +0,8%, tra l’altro rivisto al ribasso di 0,1 punti percentuali, previsto per l’Italia. (VEDI TABELLA NUOVE STIME FMI)
Sulla flat tax, Tria non si scompone più di tanto:
“Stiamo esaminando disegni alternativi. Il processo di riforma deve andare nella direzione di una Flat tax, che però come idea si può fare a qualunque livello di aliquota. Rispetto all’ipotesi del 15%, dico che – tenendo conto della ‘no tax area’ – il prelievo effettivo è già ora sotto il 15% per i redditi più bassi e, in parte, anche per quelli medi. Si tratta di cercare di allentare ancora di più la pressione fiscale su tali redditi medi perché sono quelli che, durante la fase di alta inflazione, sono passati ad aliquote concepite all’origine per redditi alti. Questa è una correzione che andava fatta già da decenni”.
SALVINI SU FLAT TAX: SIA UNA SCELTA, COME QUOTA 100
A tal proposito, chiarimenti sulla flat tax sono arrivati anche dal vicepremier, leader della Lega e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha parlato di una flat tax volontaria, che segua la stessa linea di quota 100. Così, in un’intervista al Sole 24 Ore: Sulla flat tax “non possiamo fare tutto per tutti subito e stiamo ragionando su due o tre schemi per le famiglie. È un pacchetto da una decina di miliardi a cui associare altri interventi pro imprese, come parte del taglio del cuneo, buoni pasto, estensione del regime forfettario, cancellazione di alcune dichiarazioni pleonastiche. Stiamo lavorando alla pace fiscale 2 da estendere alle imprese e alle società. E pensiamo anche all’edilizia: un ‘piano casa’ per agevolazioni e ristrutturazioni”.
“Ci saranno alcuni tagli di spesa – ha detto Salvini – E io ho fatto una richiesta: che il regime di flat tax possa essere una scelta, come quota 100, non un obbligo, e che quindi ciascuno possa fare due conti e decidere se gli conviene il nuovo regime forfettario, che tende ad assorbire deduzioni e detrazioni, o rimanere al vecchio. Lo preciso: non stiamo ragionando di cancellare gli 80 euro”.
C’è da dire che la presunta natura ‘volontaria’ del ricorso a quota 100 ha sollevato non poche polemiche nelle ultime ore, dopo il rincorrersi dei rumor sui licenziamenti in arrivo per 10.000 dipendenti di UniCredit (di cui ben 7-8.000 in Italia, con la chiusura di centinaia di sportelli), e la lettera dello stesso AD della banca, Jean-Pierre Mustier. Lettera che lascerebbe presagire il ricorso alla riforma di quota 100 per anticipare l’uscita dei lavoratori. (con UniCredit che si farebbe carico della differenza salariale). Mosse simili le hanno già fatte, ad esempio UBI Banca, BNL e Intesa Sanpaolo.
E bisognerà vedere, sempre se questo scenario si realizzerà, se i dipendenti di UniCredit a cui verrà offerta l’opzione Quota 100 avrebbero davvero voluto andare in pensione. Facendo, per l’appunto, una scelta ‘volontaria’.