Tridico (Inps) rilancia la riduzione dell’orario di lavoro, aumenterebbe occupazione
Si riapre il dibattito sulla riduzione dell’orario di lavoro. Il nuovo presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, intervenuto ieri all’Università Sapienza di Roma ha rilanciato la formula “lavorare meno per lavorare tutti”. Un argomento destinato a diventare cruciale nei prossimi anni, alla luce di una maggiore attenzione al cosiddetto work-life balance, l’equilibrio tra il lavoro e la vita privata, e di alcune iniziative diventate sempre più diffuse, come smartworking. Ma anche in vista di macchine sempre più efficienti e produttive che potrebbero sostituire l’uomo.
“Siamo fermi in Italia all’ultima riduzione dell’orario di lavoro del 1969 – ha detto Tridico – Non ci sono riduzioni da 50 anni e invece andrebbe fatta. Gli incrementi di produttività vanno distribuiti o con salario o con un aumento del tempo libero”. Il concetto base è: lavorare di meno, per far lavorare più persone e quindi aumentare l’occupazione. Non solo. Con più tempo libero, le persone avrebbero più tempo per consumare e quindi aiutare la crescita economica del paese. A patto però che la riduzione dell’orario di lavoro avvenga a parità (o quasi) di salario.
Quanto si lavora nel mondo?
I paesi dove si lavora meno nel mondo si trovano proprio in Europa. Secondo un recente studio dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), in Germania e Danimarca si lavora in media soltanto 26 e 27 ore settimanali. Seguono la Norvegia, l’Olanda e la Francia.