Tsunami Covid: nel 2020 spesa media mensile delle famiglie in calo del 9,0%
Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, nel 2020 la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.328 euro mensili, in calo del 9% rispetto ai 2.560 euro del 2019. La metà delle famiglie spende più di 1.962 euro al mese e pur rimanendo ampi, si attenuano per il secondo anno consecutivo i divari territoriali, 627 euro tra Nord-est e Sud da 722 euro nel 2019.
Secondo stime preliminari, la spesa media mensile nel primo trimestre del 2021 diminuisce del 3,4% rispetto allo stesso trimestre del 2020, per gli effetti persistenti della crisi sanitaria. Al netto delle spese alimentari e per l’abitazione, il calo è più ampio e pari a -7,5%.
Le reazioni delle associazioni dei consumatori
“L’impatto della pandemia sulla spesa delle famiglie va oltre ogni previsione, e un calo record di questa portata non si era mai registrato prima in Italia – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi – La crisi Covid, tuttavia, non ha colpito tutti allo stesso modo: la tipologia familiare che ha registrato i maggiori effetti negativi sul fronte dei consumi, infatti, è quella dove figurano imprenditori o liberi professionisti, con una riduzione della spesa che raggiunge quota -11,4%. Stesso calo registrato nelle famiglie composte da 4 componenti (-11,4%) mentre i single hanno ridotto la spesa di “appena” il -5,5%”. “Un crollo record. Mai dall’inizio delle serie storiche, iniziate nel 1997, si era verificata una caduta di tale portata, -9% per una famiglia media. Uno tsunami si è abbattuto sulle famiglie italiane. Se i consumi mediamente scendono in un solo anno di 232 euro al mese, per una coppia con due figli precipitano di 390 euro, mentre per una coppia con 1 figlio franano di 248 euro, -8,2%. Il primato tra le tipologie familiari (cfr. tabella n. 1) spetta in valore assoluto alle coppie con 3 e più figli con -395 euro, mentre in termini percentuali il primo posto tocca alla famiglia tradizionale, la coppia con 2 figli, con il -11,7%” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Unico aspetto consolante, è che il calo dei consumi non dipende solo dalla flessione del reddito disponibile delle famiglie, anche se drammatica, – 2,8% pari a 32 miliardi, ma anche dal lockdown. Lo dimostra il fatto che a ridursi maggiormente (cfr. tabella n. 2) sono le spese più toccate dalle restrizioni governative: Servizi ricettivi e di ristorazione (-38,9%) al primo posto, Ricreazione, spettacoli e cultura (-26,4%) al secondo, Trasporti (-24,6%) al terzo” conclude Dona.