Uncredit e la grana del maxi-stipendio di Andrea Orcel, Glass Lewis chiede ai soci di votare no
Ancora non è iniziato il lavoro di Andrea Orcel in Unicredit e già la banca deve fare i conti con una grana legata alla maxi-retribuzione prevista per il nuovo amministratore delegato. In vista dell’assemblea del 15 aprile, il gruppo di consulenza agli investitori Glass Lewis ha invitato a votare contro la politica di remunerazione del nuovo amministratore delegato che prevede per Orcel uno stipendio di 7,5 milioni di euro. A riferirlo è oggi il Financial Times. Nel dettaglio Orcel riceverà uno stipendio fisso annuo di 2,5 milioni di euro insieme a una remunerazione variabile fino al doppio dell’importo (5 mld) in azioni, secondo i documenti rilasciati prima dell’assemblea. Solo per il primo anno la remunerazione variabile non è soggetta ad alcuna condizione di performance o clausola di claw-back.
Lo scorso anno Mustier prese solo 0,9 milioni
“La generosità di UniCredit nei confronti del suo nuovo ceo si scontra con l’attuale contesto globale, la raccomandazione della Banca centrale europea sulla retribuzione dei dirigenti e la sobrietà dell’era Mustier”, rimarca l’altro l’influente proxy adviser Institutional Shareholder Services (ISS) stando a quanto riferisce Reuters.
Lo stipendio di Mustier lo scorso anno si fermò a 0,9 milioni (il top manager si era volontariamente ridotto lo stipendio di un quarto per la pandemia e aveva anche rinunciato a 2,4 milioni di euro in bonus).
La mossa di Allianz che diventa 3° maggior azionista
Intanto, ieri dalle comunicazioni Consob è emerso che Allianz ha aumentato la propria partecipazione in Unicredit dall’1,255% al 3,112%, diventando il terzo maggiore azionista del gruppo dopo Blackrock e Capital Research al 5% circa ciascuna. Norges segue fuori dal podio al 3% e ATIC (newco inclusa l’ex quota di Mubadala) al 2%.
Del Vecchio staziona all’1,92% seguito dalle fondazioni CariVerona e CariTorino all’1,79% e 1,64%.
Il nuovo ceo Orcel dovrà presentare un nuovo piano industriale per rilanciare la banca e nei prossimi mesi sarà chiamato all’arduo compito di considerare la possibilità di perseguire l’acquisizione di MPS, caldeggiata dal Tesoro, oppure un’ulteriore fusione con Banco BPM o una molto più ambiziosa fusione con Mediobanca.
“Vediamo la mossa di Allianz come rilevante, dimostrando che gli azionisti principali vogliono voce in capitolo nella strategia futura del gruppo, con il rinnovo della joint venture di bancassurance previsto nel 2021”; rimarca Mediobanca Securities che mantiene underperform sul titolo rimarcando come la banca sia “nel bel mezzo di un vortice di eventi, con la selezione del ceo che lo riduce di una voce”. Gli altri temi caldi sono il rinnovo del cda è poi con la ridefinizione della strategia, eventuale M&A, la gestione della pandemia.