Unicredit annuncia altri 8mila esuberi. La Fabi insorge: intervenga la politica
Il nuovo piano quadriennale di Unicredit, denominato Team 23, riserva importanti tagli di filiali e personale. Per raggiungere risparmi pari a miliardo di euro in Europa occidentale si procederà entro il 2023 alla chiusura di circa 500 filiali tra il 2019 e il 2023 e la riduzione di circa 8mila dipendenti. Non viene specificato quanti dei tagli riguarderanno l’Italia dove complessivamente ci sono 29 mila degli 85 mila dipendenti totali del gruppo. Nell’ambito del nuovo piano, nel 2023 i costi totali ammonteranno a €10,2 mld con un CAGR del -0,2 per cento dal 2018 al 2023.
Lo scorso luglio Mustier aveva inviato una lettera ai dipendenti spiegando che ogni evoluzione del gruppo sarà gestita attraverso il prepensionamento e “in modo socialmente responsabile”. Parole ripetute oggi. “Non diamo dettagli su dove verranno fatti i tagli del personale, ma continueremo ad agire in maniera socialmente responsabile come fatto nel precedente piano”, ha cercato di rassicurare Mustier aggiungendo come le trattative con i sindacati stanno iniziando adesso.
Sindacati che appaiono già sul piede di guerra contro l’ad Mustier. “Nel nuovo piano nessuna assunzione – tuona il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni – Oltre agli 8.000 chiesti oggi, dal 2007 sono 26.650 i posti tagliati e chiusi 1.381 sportelli e Mustier ne vorrebbe chiudere altri 500, recidendo ancora di più il rapporto con la clientela e il legame col territorio. La politica intervenga nell’interesse del Paese”. Sileoni attacca direttamente Jean Pierre Mustier chiedendo se “farà come Lakshmi Mittal per la ex Ilva di Taranto: chiederà uno scudo penale per Unicredit?”.
I target del piano Team 23
Il business plan quadriennale prevede una redditività “resiliente” malgrado il contesto di bassa crescita economica e tassi di interesse negativi. La banca guidata da Jean Pierre Mustier stima un RoTE pari a o superiore all’8 per cento per l’intero periodo del piano. L’utile netto si attesterà a 4,3 miliardi nel 2020 per salire a 5 mld nel 2023 sulla base di un’aliquota fiscale sottostante compresa tra 18 e 20 per cento lungo l’arco del piano. La crescita dell’EPS sarà pari a circa il 12 per cento CAGR nel periodo 2018-2023.
Unicredit stima che la crescita e il rafforzamento della base paneuropea di clienti produrranno ricavi per 19,3 mld nel 2023, con CAGR del +0,8% dal 2018 al 2023. In Europa occidentale i ricavi sono previsti in crescita con CAGR del +0,5 per cento, mentre nell’Europa centro-orientale i ricavi cresceranno con CAGR del +2,0 per cento dal 2018 al 2023. I target per i ricavi del piano Team 23 si basano su ipotesi che includono previsioni per i tassi d’interesse più conservative rispetto a quelle del mercato. Il piano stima l’Euribor a 3 mesi a fine periodo a circa -50 pb tra il 2019 e il 2022, in rialzo a -40 pb nel 2023.
La novità più attesa del piano è l’aumento dei dividendi, accompagnato dal varo del buyback, più volte menzionato nei mesi scorsi da Mustier. Team 23 prevede la distribuzione di capitale di complessivi 8 mld agli azionisti nel periodo 2020-2023, inclusi 2 mld di riacquisti di azioni. La distribuzione di capitale 2019 raddoppierà dal 20 per cento al 40 per cento dell’utile netto sottostante, incluso 10 per cento di riacquisto azioni proprie. In generale la distribuzione di capitale sarà pari al 40 per cento dell’utile netto sottostante nel periodo 2020-2022 (30% dividendi e 10% buyback), per poi salire al 50 per cento nel 2023, tra dividendi cash e riacquisti di azioni (40% dividendi e 10% buyback).
Confermato, il progetto di creare una subholding, con sede in Italia e non quotata, per le attività internazionali. Nella conference call con gli analisti Jean Pierre Mustier ha ribadito che l’M&A non interessa e la banca preferisce il buyback.