Verso stop a fatturazione a 28 giorni, Tim e le altre potrebbero reagire con stangata su tariffe
Arriva l’emendamento alla Manovra 2018 sulla questione tariffazione a 28 giorni nel settore tlc. Si va quindi verso lo stop a questa pratica che si è diffusa nell’ultimo anno tra operatori tlc e in ultimo (dal 1 ottobre) anche dalle pay-tv con Sky.
L’emendamento del Pd
L’emendamento del Partito democratico al decreto fiscale, con primo firmatario Stefano Esposito, è stato depositato in commissione Bilancio del Senato. La proposta prevede che le bollette, in tutti i settori soggetti ad authority indipendenti, siano su base mensile o multipli. Il testo ricalca la proposta di legge depositata alla Camera da Alessia Morani e, stando a quanto riportato dall’Ansa, prevede anche il raddoppio delle sanzioni e un indennizzo forfait da 50 euro per i clienti.
La tariffazione a 28 giorni rappresenta di fatto un rincaro delle tariffe. In pratica c’è una mensilità in più da pagare con aumenti annui nell’ordine dell’8,6%. Su tale questione si era espressa già nei mesi scorsi l’Agcom che ha vietato tale pratica per quanto concerne la telefonia fissa.
Botta e risposta tra Asstel e Calenda
Oggi la questione tariffazione a 28 giorni ha visto l’intervento prima di Asstel che ha chiesto, per conto di tutti gli operatori telefonici associati, di poter incontrare il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda ribadendo che gli operatori telefonici che propongono un periodo di fatturazione a 28 giorni hanno adottato comportamenti legittimi in quanto la tariffazione è a tutti gli effetti una componente dell’offerta commerciale.
Il Mise ha ribattuto, secondo fonti ministeriali riportate dalle principali agenzie stampa, che si tratta di una pratica commerciale scorretta.
Il ministro dello sviluppo Carlo Calenda ha dichiarato che sulla fattura a 28 giorni da parte delle società di tlc ci sarà una misura “pro-futuro”. “Se quel pro futuro significa che non sarà previsto un indennizzo per i consumatori che stanno ora pagando l’8,63% in più del dovuto, allora è una grande delusione”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Anche da parte dei partiti di maggioranza, vedasi la proposta dell’onorevole Morani del PD, è prevista la restituzione di quanto indebitamente percepito dalle compagnie telefoniche” aggiunge Dona.
Tim pensa a rialzo dei prezzi del 10%
L’addio alle tariffe a 28 giorni potrebbe spingere le compagnie telefoniche a rivedere le proprie politiche tariffarie. In tal senso Il Messaggero anticipa la possibilità che Tim ritocchi al rialzo i prezzi degli abbonamenti di telefonia fissa. Il nulovo ceo Amos Genish avrebbe informato gli uomini della prima linea manageriale della svolta sulle tariffe per compensare il danno con la rinuncia alla tariffazione a 28 giorni.
Il possibile ritocco al rialzo dei prezzi, rimarca il quotidiano romano, potrebbe prendere forma da subito a fine anno, comunque prima che diventi efficace la lege di bilancio che potrebbe contenere la proposta del Pd con la previsione, oltre il divieto delle bollette ogni 4 settimane, anche di una serie di rimborsi per gli utenti che hanno subito l’aggravio economico in questi mesi. Si lavorerebbe su un potenziale rincaro del 10%, pari a circa 300 mln.