Vino: aziende italiane brindano alla salute. L’emiliana Cantine Riunite-Giv in testa
Le aziende vinicole italiane brindano alla loro salute. Sì perchè il 2018 si è chiuso con risultati record: il fatturato è continuato a crescere grazie al mercato domestico, ma anche alle esportazioni, l’occupazione è aumentata e gli investimenti sono stati sempre più alti. E per il 2019 prevale l’ottimismo. La fotografia, scattata dall’ufficio studi di Mediobanca, arriva proprio a pochi giorni dal Vinitaly, la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino, che prenderà il via domenica 7 aprile a Verona.
Un 2018 spumeggiante
Il 2018 ha visto una notevole crescita del fatturato delle principali società italiane attive nel settore vinicolo,
+7,5% rispetto al 2017. Un risultato importante, specialmente se confrontato con quello della manifattura (-7%) e dell’industria alimentare (-5%). Bene anche l’occupazione, cresciuta del 4% sul 2017. Sul fronte investimenti, il 2018 conferma la vivacità degli operatori, che registrano un +26% rispetto all’anno precedente.
Oltre al mercato domestico, a trainare la crescita è stato anche l’export. Le aziende vinicole italiane segnano all’estero un incremento delle vendite pari al 5%. Soprattutto in Asia, dove le vendite sono schizzate in un solo anno del 42%, andando a ricoprire il 6% del fatturato estero. Rialzo a doppia cifra anche in Sud America (+12%). In Nord America l’export è salito del 4% ricoprendo il 32% del totale. Ma è nei Paesi europei che si concentra gran parte dell’export di vino italiano: il 52% del totale, con un rialzo del 6%.
Cantine Riunite-Giv al top in Italia
Anche il 2018 incorona l’emiliana Cantine Riunite-Giv, che si riconferma prima azienda italiana del vino per fatturato, con 615 milioni di euro, in crescita del 3%. Seguono Caviro (330 milioni, +9%) e dal primo gruppo non cooperativo, Antinori (230 milioni, +4,5%). Ai piedi del podio Fratelli Martini (220 milioni, +15%,) passato dalla quinta alla quarta posizione e Zonin (202 milioni, +3%,). Botter (195 milioni, +8%) è sesta, seguita da Cavit (190 milioni, +4%), stabile al settimo posto, e Mezzacorona (188 milioni, +2%). Chiudono la Top10 Enoitalia (182 milioni, +8%) e Santa Margherita (177 milioni, +5%). Dieci società hanno realizzato nel 2018 un aumento dei ricavi a due cifre.
Nelle prime dieci posizioni figurano cinque società venete, due toscane, una siciliana, una abruzzese e una piemontese. Complessivamente le società piemontesi battono la concorrenza, soprattutto sotto il profilo reddituale. Bene anche le venete e le trentine, al di sopra della media nazionale, mentre le toscane sono patrimonialmente più solide (debiti finanziari al 37% dei mezzi propri contro 69,4%), più efficienti e più vocate all’export.
Cosa si aspettano gli operatori per il 2019?
Sul mercato del vino italiano prevale l’ottimismo anche se sembrano remote le possibilità di ripetere l’exploit del 2018. Ben l’83% degli intervistati prevede di non subire un calo delle vendite quest’anno e il 10,5% crede in un aumento del fatturato in doppia cifr. Solo il 17% si aspetta una flessione dei ricavi.