Visco riaccende dibattito patrimoniale. Il governatore di Bankitalia: boom energia, una tassa che può essere pagata dai più ricchi
Una patrimoniale per finanziare gli interventi del governo tesi a blindare i consumi dall’impennata dei prezzi del petrolio e del gas? E’ la domanda che sorge spontanea nel leggere le dichiarazioni che il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, nella cornice del Festival dell’Economia di Torino, ha rilasciato al direttore de La Stamp,a Massimo Giannini.
Che il caro energia fosse per l’Italia una tassa ineludibile, Visco lo aveva già detto qualche giorno fa, nel discorso delle sue Considerazioni finali 2021 dello scorso 31 maggio.
“L’aumento dei prezzi delle materie prime importate – aveva detto testualmente – è una tassa ineludibile per il Paese”.
Nell’intervista a Massimo Giannini, oltre a rispondere a domande sul reddito di cittadinanza, il salario minimo, la globalizzazione, il contesto macroeconomico stravolto dalla guerra tra Russia e Ucraina e, ovviamente, il solito nodo del debito pubblico con spread annesso, Visco ha anche spiegato che “il punto cruciale è che una tassa va pagata, ciò che dobbiamo discutere è chi deve pagare la tassa, la può pagare sicuramente il più ricco per un periodo temporaneo. Oppure la può pagare chi verrà dopo di noi, in quel caso si fa crescere il debito pubblico”.
Una dichiarazione che conferma come al centro del dibattito, in un paese con un debito pubblico storicamente elevato ma anche con famiglie e imprese in balìa dell’inflazione da guerra e, in particolare, del caro-bolletta, ci sia spesso la necessità o meno di varare una patrimoniale, tra le tasse più osteggiate dagli italiani.
Il dibattito sulla patrimoniale era tornato già alla ribalta qualche giorno fa, con la proposta del segretario della Cgil Maurizio Landini che, in un intervento alla trasmissione di Lucia Annunziata, “Mezz’ora in più” si era così espresso: “La situazione è peggiorata, stiamo andando verso una situazione drammatica. Serve intervenire ora, non aspettare l’autunno. Se non agiamo ora la situazione è tale che diventerà esplosiva. Servono misure straordinarie considerato che tutti parlano di salari bassi e povertà. Il governo ci convochi. Non propongo patrimoniali, ma dico che si può aumentare la tassazione delle rendite e quella sugli extra profitti. E dico anche che non è scandaloso pensare a un contributo straordinario di solidarietà per cui chi sta meglio aiuta chi sta peggio”. In quell’occasione, Landini aveva dichiarato che “i 200 euro una tantum in busta paga decisi dal governo non bastano. Ai lavoratori sotto i 35mila euro di reddito annuo manca una mensilità”. “Serve un contributo di solidarietà straordinario una tantum mirato ad aumentare i salari”, aveva chiarito il numero uno della Cgil. La frase di Visco, secondo cui chi è più ricco deve portare sulle proprie spalle il carico della tassa ineludibile riporta sotto i riflettori lo spettro della patrimoniale. Che potrebbe servire per pagare questa tassa. Il timore è che gli interventi del governo finiscano per far lievitare in modo insostenibile il debito pubblico?
Il governatore di Palazzo Koch dice le cose come stanno, alla domanda se sia il caso di dire “basta scostamenti di bilancio”:
“Basta non lo dico io, lo dice qualcun altro, perché i rischi per noi sono troppo alti. Ne parlavo vari anni fa quando introdussi il concetto della riforma organica della tassazione. Abbiamo visto varie riforme nel tempo, sul piano della tassazione dei redditi ci sono stati dei progressi nello smussare irregolarità molto forti, però il famoso messaggio di Tremonti “dalle persone alle cose” non è avvenuto, prima o poi bisognerà fare i conti con questo. È inutile rinviare nel tempo. Sono tutte cose da fare in fretta. La stessa cosa vale per gli investimenti nella scuola, che si rinviano continuamente perché i ritorni sono oltre la scadenza elettorale. Mi spiace, ma se tu hai deciso di servire la collettività facendo il politico ti assumi la responsabilità di fare le riforme anche se vanno oltre il tuo mandato”.
D’altronde, ha rimarcato Visco, “il problema del debito pubblico esiste, lo abbiamo fatto salire dal 135 al 156% nel giro di un anno per far fronte alla pandemia. L’anno scorso sembrava si andasse verso il 160%, ma abbiamo chiuso vicino al 150. È andata bene, e il debito è ancora in discesa nelle previsioni della Commissione europea, nonostante la modesta crescita di quest’anno. Dipende dal Prodotto interno lordo, dal successo del Pnrr e da quello che succederà all’economia mondiale». E certo il quadro internazionale, in questo momento, non è che sia esattamente favorevole ai venti di crescita del Pil. Nel suo intervento al Festival dell’Economia di Torino, Ignazio Visco ha sottolineato che, di fatto, la situazione economica è “molto incerta”, ricordando che al momento è “difficile fare previsioni e valutazioni”, sottolineando anche che, affinché i salari aumentino, è necessario “aumentare la produttività e crescere di più”. A proposito di salario minimo, nell’intervista a La Stampa il governatore ha ricordato che “ci sono molti studi, da Alan Krueger negli Stati Uniti a chi ha vinto il premio Nobel dell’economia quest’anno, che dicono che il salario minimo in certe condizioni è favorevole all’occupazione. Io credo che se ben studiato è una buona cosa, ha vari effetti positivi, il rischio sta nel livello, se è eccessivo può portare a non occupare persone che hanno una produttività in grado di non arrivare a quella soglia. Ciò che è importante è non legare al salario minimo automatismi che poi ci possono costare. Un esempio: un salario minimo che ha piena indicizzazione ai prezzi al consumo, se diventa il modello di riferimento di tutte le contrattazioni, incorpora direttamente quel meccanismo della rincorsa tra prezzi e salari”. Che innesca una inflazione di per sé già rovente.