Whirlpool, Candy e Eletrolux non faranno più addebitare costi di garanzia, Antitrust chiude istruttoria
Whirlpool, Candy Hoover e Eletrolux si sono impegnate a offrire una maggiore copertura della garanzia e senza spese per i consumatori, chiudendo così l’istruttoria avviata dall’Antitrust lo scorso marzo.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha accettato gli impegni assunti da Whirlpool (marchi Indesit, Ariston, Ignis e Whirlpool, Bauknecht, Kitchen Aid, Scholtes. Whirlpool), Candy Hoover (marchi Candy, Hoover e Zerowatt) e Electrolux (marchi Aeg, Electrolux, Rex, Zanussi e Zoppas), chiudendo tre istruttorie avviate nel marzo 2017 per le modalità di prestazione dell’assistenza a domicilio tramite i centri di assistenza tecnica nel caso di richieste di intervento in garanzia legale per i grandi elettrodomestici venduti da terzi, come la grande distribuzione e negozi specializzati.
L’oggetto dei procedimenti, avviati su segnalazioni e acquisizioni di ufficio, riguardava la richiesta del pagamento di 30 euro per ogni intervento in garanzia legale (primi due anni) dopo i primi 6 mesi dalla consegna del prodotto; la esclusione di parti dei prodotti dalla assistenza in garanzia; l’utilizzo di un numero telefonico a sovrapprezzo per la richiesta dell’intervento. Inoltre, per Whirlpool, risultavano limitazioni alle modalità di esercizio del diritto di recesso per le vendite di accessori sul proprio “shop” su internet e modalità ingannevoli di pubblicizzazione della vendita di servizi di assistenza aggiuntivi fino a 5 anni.
Whirlpool, Candy Hoover e Electrolux si sono impegnate a non richiedere più il pagamento di alcun diritto di chiamata per gli interventi in garanzia (anche dopo i primi 6 mesi dalla consegna), a non escludere alcuna parte dei prodotti dalla garanzia legale di conformità, anche quando trattasi di parti usurabili e a non utilizzare numeri a sovrapprezzo per le richieste di intervento da parte dei consumatori. I tre produttori di grandi elettrodomestici inoltre si sono impegnati a riconoscere specifiche misure compensative a favore dei consumatori ai quali avevano richiesto il pagamento del diritto di chiamata.
“Non siamo contrari in linea di principio al fatto che l’Authority si accontenti anche solo dell’accoglimento di impegni da parte delle aziende che mostrano spirito costruttivo e volontà di collaborare, dato che quello che conta è il risultato finale” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Talvolta, però, specie a fronte di una danno nei confronti dei consumatori, è opportuno procedere con sanzioni, possibilmente dissuasive, anche per lanciare un segnale ad altre aziende, non coinvolte nell’istruttoria, che attuano politiche analoghe”.