Finanza Notizie Italia Whirlpool: la salvezza della fabbrica in mano agli operai. La soluzione allo studio del governo

Whirlpool: la salvezza della fabbrica in mano agli operai. La soluzione allo studio del governo

17 Ottobre 2019 14:47

L’azienda ha deciso: il 1° novembre cesserà l’attività produttiva del sito di Napoli. Così ieri in una nota la Whirlpool sostenendo che la riconversione rappresenterebbe “l’unica soluzione in grado di garantire la salvaguardia occupazionale e la sostenibilità nel lungo periodo dello stabilimento di Napoli che, nonostante ingenti investimenti realizzati negli ultimi anni, non è più sostenibile per via di una crisi strutturale”. Oggi i lavoratori si sono radunati in piazza Municipio a Napoli alle prime ore del mattino per protestare e far sentire la loro voce.

 Crisi Whirlpool: la proposta della multinazionale

 Il 31 maggio scorso è cominciato lo stato di agitazione e il presidio dopo l’annuncio da parte dell’azienda di procedere a una cessione di ramo d’azienda. Da lì un duro braccio di ferro tra azienda e governo che rifiuta di prendere in considerazione la riconversione industriale proposta dalla multinazionale americana ossia trasferire la fabbrica a Prs, gruppo svizzero a guida italiana che produce frigocontainer, affiancato da un altro partner italiano. A giustificare i problemi della società Luigi La Morgia, ceo di Whirlpool Italia che al CorSera sottolinea he a gennaio sono arrivati i dazi di Trump e “sono crollate le esportazioni, che rappresentavano un terzo della produzione dello stabilimento”. Ma in Italia – sottolinea La Morgia – le lavatrici di alta gamma che in negozio costano 7-800 euro non si vendono più”. E sulla riconversione affidata a Prs, Giovanni Ferrario, manager segnalato dalla multinazionale come possibile subentrante precisa: “Quanti lavoratori sarebbero riassorbiti ed entro quando? Nei nostri piani tutti a regime all’inizio del 2022. Dalla fine del 2020 in poi inizierebbero a entrare gradualmente a scaglio

Workers buyout: la mossa del governo

Ma è un’altra la soluzione che potrebbe prendere piede per Whirlpool e prende il nome di “workers buyout”, la fabbrica salvata dagli operai. E’ sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico il progetto che prevede, onde evitare la chiusura dello stabilimento che dà lavoro a 410 operai, che siano questi ultimi a prendere in mano le redini dell’azienda supportati dal governo. E’ la legge Marcora che prevede questa tipologia di salvataggio in cui si mettono a disposizione strumenti finanziari di supporto per i lavoratori di un’azienda in crisi, che decidano di formare una cooperativa. Ci avevano provato anche i lavoratori della Bekaert, la fabbrica toscana di fili di ferro abbandonata dalla multinazionale belga, ma  il progetto non è decollato. Che sia la volta buona con Whirlpool?