Zero fiducia nell’Italia: per Ue nel 2019 deficit al 3% e crescita inferiore a +1%. E tuona anche Draghi
Niente da fare: Giovanni Tria e i tecnici del Tesoro possono anche continuare a ripetere che le stime sulla crescita del Pil contenute nel NaDef e su cui si basa l’impostazione della manovra sono conservative, ovvero prudenti. Ma a Bruxelles, nessuno ci crede. Giornata cruciale oggi per l’Italia, con la Commissione europea che, alle 11 circa ora italiana, pubblicherà le stime sull’economia italiana. Il titolo dell’articolo con cui apre La Repubblica è più che eloquente:
“Manovra, l’Europa non crede ai conti del governo italiano: “Nel 2019 il deficit sarà al 2,9%”. Altro che il target del 2,4% fissato per il deficit-Pil dal governo M5S-Lega per l’anno prossimo, giudicato da Bruxelles già inaccettabile.
Secondo i funzionari europei la crescita del Pil italiano non consentirà all’esecutivo gialloverde neanche di rientrare in quello che comunque viene visto come un limite eccessivo.
Per il 2020, stando alla anticipazioni del quotidiano, il deficit-Pil sarebbe destinato a schizzare ulteriormente, fino al 3,1%.
Tutto questo mentre il tempo stringe e la scadenza per presentare quella che i funzionari Ue sperano che sia una nuova legge di bilancio, rivista e precisa, si avvicina. Entro il 13 novembre Roma dovrà ripresentare la manovra, dopo la bocciatura arrivata settimane fa dalla Commissione.
Dalle parole di Tria, sembra che il dado sia stato già tratto. In occasione delle riunioni dell’Eurogruppo di lunedì e dell’Ecofin di martedì, il ministro ha auspicato infatti il dialogo ma ha lasciato intendere anche che la legge di bilancio rimarrà così come è. Almeno in apparenza. La verità, in base alle ultime indiscrezioni riportate ieri, è che, nell’incontro a porte chiuse con il numero uno della Bce Mario Draghi, Tria è apparso più conciliante.
Nell’incontro, Draghi ha ricordato all’Italia i suoi compiti, insistendo sulla necessità che il paese sia responsabile, anche oltre le regole dell’Unione europea.
Anche Il Sole 24 Ore conferma che, nelle stime di Bruxelles che saranno rese note oggi, il deficit italiano viene visto attorno al 3%: roba da far impallidire perfino quel 2,4% già fumo negli occhi della Commissione.
“Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, le previsioni mostreranno per il 2019 dati di crescita e di deficit peggiori di quelli del governo italiano – scrive Il Sole – Addirittura, alcuni esponenti comunitari parlano di scostamenti evidenti. A titolo di confronto, il ministero dell’Economia a Roma prevede nel 2019 una crescita dell’1,5%, un deficit del 2,4% del Pil e un debito del 130% del Pil (le più recenti stime comunitarie pre-bilancio puntano rispettivamente sull’1,1%, l’1,7% e il 129,7%).
Oggi la Commissione europea potrebbe da Bruxelles indicare che, il prossimo anno, il Pil italiano crescerà anche sotto l’1%. Non sarebbe una vera e propria sorpresa, se si considera che i numeri che arrivano dal fronte macroeconomico confermano di fatto un rallentamento (e non solo dei fondamentali economici italiani, ma di tutta l’Europa).
Basta pensare al dato relativo alle vendite al dettaglio in Italia, che a settembre ha sofferto una flessione più forte delle attese.