Alluminio, rame, litio, nichel, PGM i metalli del futuro destinati a brillare
Tante le conseguenze create dalla guerra in Ucraina. In termini di materie prime, il conflitto ha messo a dura prova le catene di approvvigionamento, in particolare quelle dei metalli critici. Alluminio, rame, litio, nichel e il gruppo del platino (PGM) sono i metalli del futuro destinati a brillare secondo Credit Suisse.
I metalli del futuro secondo Credit Suisse
Per quando riguarda l’alluminio, se l’offerta è stata limitata negli ultimi mesi, la domanda di questo metallo è aumentata, dando origine a una carenza di offerta. Secondo gli esperti, l’interruzione nelle forniture russe potrebbe accentuare ulteriormente la tensione e i prezzi medi dell’alluminio saranno destinati a rimanere relativamente elevati, attraendo capex.
In merito al rame, a causa dell’attuale conflitto in Ucraina, il 2022 è destinato a sperimentare un deficit nella produzione di questo metallo rispetto alla domanda e, quindi, un calo delle scorte entro fine anno. Il rame ha una forte pipeline di approvvigionamento minerario, grazie a progetti commissionati prima del COVID-19. Di conseguenza, continuano gli analisti, potremmo assistere ancora a un periodo di surplus più avanti quest’anno fino al 2024, prima che si aprano consistenti carenze negli approvvigionamenti più avanti in questo decennio.
“Pensiamo che il rame tratterà ancora a livelli storicamente elevati, il che dovrebbe attrarre spese di investimento” continuano. Sul litio, gli esperti di CS, le carenze continueranno nel medio termine mentre per quanto concerne il nichel per batterie, saranno particolarmente a rischio le forniture a lungo termine. Il forte rally e il successivo short squeeze dei prezzi del nichel recentemente sono stati provocati dal conflitto Russia-Ucraina, con la Russia che rappresenta circa il 7% dell’offerta globale. Tuttavia, concludono, si aspettano una certa moderazione della domanda di acciaio inossidabile – che rappresenta oltre il 70% della domanda di nichel – dopo la forte crescita dei volumi dello scorso anno. Nel lungo termine la domanda di nichel appare forte, specialmente per quello delle batterie. Infine, in merito ai metalli dl gruppo del platino (PGM) questi potrebbero risentire dei roll-out dei veicoli elettrici (EV) nel lungo periodo, ma dovrebbero beneficiare dell’economia dell’idrogeno. “Riteniamo che il palladio resterà in surplus e che i prezzi potrebbero registrare una correzione significativa, con le case automobilistiche che cercheranno di sostituirlo con il platino, dato il divario di prezzo tra i due. Si prevede che il mercato del platino per quest’anno rimanga in surplus ma, successivamente, all’aumentare della domanda da parte della produzione automobilistica, l’offerta mineraria potrebbe avere difficoltà a superarla”. “Guardando al più lungo termine, ci aspettiamo che la domanda dal settore automotive si contragga, inizialmente, dato l’utilizzo prevalente nei catalizzatori per motori a combustione interna (ICE). Tuttavia le celle a combustibile (FC) ed elettrolizzatori, che contengono entrambi platino, sono destinati ad assorbire parte di questa domanda distrutta” concludono.