Apple e il piano post riforma fiscale Trump: 20.000 posti di lavoro in Usa e $350 miliardi all’economia Usa
Un contributo complessivo all’economia Usa pari a ben 350 miliardi di dollari nel corso dei prossimi cinque anni; la creazione di 20.000 nuovi posti di lavoro in America attraverso nuove assunzioni presso i suoi campus esistenti; ancora, la costruzione di un nuovo campus.
Sono gli ambiziosi progetti che Apple ha svelato nelle ultime ore, in un comunicato stampa in cui ha descritto l’impatto della riforma fiscale targata Donald Trump sulla propria strategia.
Riforma che, attraverso gli importanti tagli alle tasse e le misure previste per agevolare il rimpatrio dei profitti che le aziende americane realizzano all’estero, vuole mettere al primo posto l’America. In linea con il motto del presidente: “America First”, per l’appunto.
Negli Usa Apple dispone di una forza lavoro che, al momento, conta 84.000 dipendenti in tutti i 50 stati. La sua ulteriore espansione avverrà attraverso investimenti per un valore superiore ai $30 miliardi in spese in conto capitale negli Stati Uniti.
In più, la dimensione del suo fondo Advanced Manufacturing Fund sarà incrementata da $1 miliardo a $5 miliardi.
A tal proposito, Apple precisa che “il fondo è stato creato per sostenere l’innovazione tra le aziende manifatturiere americane e per aiutare altri a stabilire la loro presenza negli Stati Uniti. (Il fondo) sta già supportando progetti insieme ad aziende manifatturiere leader in Kentucky e nel Texas rurale”.
L’amministratore delegato Tim Cook ha commentato il piano, sottolineando che “Apple è una storia di successo che sarebbe potuta accadere solo in America, e siamo orgogliosi di portare avanti la lunga storia di sostegno all’economia Usa. Crediamo profondamente nel potere dell’ingegno americano, e stiamo focalizzando i nostri investimenti in aree dove possiamo produrre un impatto diretto sulla creazione del lavoro e sulla sua preparazione”.
Sulle cifre, Apple prevede di pagare tasse per un valore di $38 miliardi per rimpatriare cash accumulato all’estero che dovrebbe ammontare a un valore complessivo di $250 miliardi.