Apple macina utili grazie ai prezzi (più alti) dell’iPhone, verso 1.000 miliardi di valore in Borsa
Apple non delude il mercato e snocciola conti in crescita e previsioni più ottimiste del previsto. La spinta arriva dall’iPhone, il suo prodotto di punta, il cui prezzo di listino è decisamente salito per gli ultimi modelli. In scia all’annuncio, avvenuto ieri sera dopo la chiusura di Wall Street, il titolo della Mela morsicata è schizzato al rialzo segnando nella sessione afterhours un balzo di oltre 4 punti percentuali. Un movimento che fa pensare a una partenza sprint oggi a New York. Intanto il gruppo si avvicina alla soglia simbolica dei 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione in Borsa (attualmente è a 935,3 miliardi). Sarebbe la prima società privata al mondo a superare questa soglia.
Nel terzo trimestre dell’esercizio fiscale 2017/2018 Apple ha registrato ricavi pari a 53,3 miliardi di dollari, in rialzo del 17% dai 45,41 miliardi dell’anno prima e oltre i 52,34 miliardi stimati dagli analisti. L’utile è aumentato del 30% a 11,5 miliardi di dollari e l’utile per azione si è attestato a 2,34 dollari, contro un consensus di 2,18 dollari. A sostenere la crescita è stato l’iPhone, le cui vendite non hanno sbalordito in termini di volume, segnando soltanto un +1% a 41,3 milioni di pezzi, ma hanno sorpreso in termini di valore con un +20% a 30 miliardi di dollari, grazie all’aumento del prezzo degli ultimi modelli. L’ultimo nato, l’iPhone X, costa negli Usa 1.000 dollari. L’amministratore delegato Tim Cook ha parlato del “miglior terzo trimestre” della storia di Apple. A sostenere i risultati, anche le solide vendite dei servizi (iTunes Store, Apple Music, Apple Pay) che hanno evidenziato un progresso del 31% a 9,6 mimiliardi di dollari.
Alla luce di questi risultati, Apple ha proposto un dividendo di 0,73 dollari per azione e ha detto di prevedere per il periodo luglio-settembre un fatturato tra i 60 e i 62 miliardi di dollari contro una previsione degli analisti ferma a 59,6 miliardi. L’unica ombra sul futuro più prossimo di Apple potrebbe essere quella legata alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, che potrebbe coinvolgere anche il colosso di Cupertino. Oltre a un fatturato di oltre 9,5 miliardi di dollari realizzato in Cina, Apple assembla qui la maggior parte dei suoi prodotti. E se iPhone e Mac sono per ora salvi non è detto che la divisione “altri prodotti” riesca ad evitare i dazi. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, l’ultima proposta di Donald Trump di imporre tariffe per 200 miliardi di dollari sui prodotti Made in China potrebbe infatti colpire la divisione accessori, in particolare le cuffiette Airpod e lo spekaer HomePod.