Apple: passati i tempi del miracolo iPhone. Successo per i servizi, Apple Pay rimpiazza sempre più PayPal
Gli iPhone si confermano croce e delizia per il colosso californiano Apple: più croce che delizia, forse, almeno a guardare al trend delle vendite negli ultimi trimestri. Dai risultati di bilancio diffusi dal gigante americano, emerge infatti che nel trimestre terminato a settembre, le vendite degli iPhone sono scese, su base annua, del 9%.
Nella conference call con gli analisti indetta per commentare le varie voci di bilancio, l’AD Tim Cook ha fatto di tutto per mettere in luce alcune caratteristiche positive del trend, per quanto in ribasso. In primis, sebbene in calo, le vendite sono risultate migliori delle stime degli analisti.
Inoltre, la stessa flessione si sta riducendo, visto che, in ognuno dei precedenti tre trimestri, il calo era stato superiore, pari a -15% circa. Quest’ultimo è il motivo per cui Cook, parlando con gli analisti, ha definito i numeri “un miglioramento significativo”.
C’è poi da dire che l’ultima versione degli iPhone, ovvero l’ iPhone 11, venduto al prezzo competitivo di 699 dollari, è approdata ufficialmente sui mercati solo nell’ultima parte del terzo trimestre (compreso tra luglio e settembre), ovvero il 20 settembre scorso. (leggi tutte le ultime novità sui prodotti Apple)
Troppo presto, di conseguenza, saltare a conclusioni sul successo o meno di una delle ultime novità sfornate dal colosso. Dal canto suo, Tim Cook ritiene, visto che le recensioni si sono confermate per ora positive, che l’iPhobe 11 diventerà l’iPhone più venduto della storia di Apple.
APPLE: UTENTI SMANIANO PIU’ PER SUOI SERVIZI CHE PER IPHONE? IL CASO APPLE PAY
I numeri però parlano chiaro, presentando una realtà che neanche Cook potrebbe rinnegare: quella che vede trionfare, in termini di tassi di crescita, più i servizi, che non i prodotti di Apple.
Le vendite trimestrali dei servizi offerti dalla società – di cui fanno parte Apple Music, Apple Pay e tra un po’ anche Apple TV+ – sono balzate del 18%, a un ritmo record per il periodo che va da luglio a settembre.
In tutto il mondo, l’amore degli utenti per i servizi targati Apple si è confermato grande. Tanto che un articolo della Cnn ha fatto notare che la divisione di servizi della società è diventata un business di quasi $50 miliardi: così grande, “che potrebbe entrare a far parte, da solo, della classica Fortune 100”.
Sotto i riflettori soprattutto il successo di Apple Pay, che ha potuto contare nel corso del terzo trimestre ben tre miliardi di transazioni, superando così il numero di transazioni avvenute attraverso PayPal. C’è da aggiungere, inoltre, che Apple Pay sta crescendo a un ritmo superiore di ben quattro volte quello della rivale PayPal.
Apple ha tra l’altro annunciato ieri una grande novità che, probabilmente, spingerà ancora di più la platea dei consumatori ad affidarsi al suo sistema di pagamenti: i clienti della sua nuova Apple Card, ha detto, potranno finanziare i loro nuovi acquisti di iPhone senza interessi, per 24 mesi, ricevendo indietro il 3% di quanto pagato.
Tornando alla sezione prodotti, le vendite hanno premiato i wearables, ovvero l’elettronica da indossare: nel caso di Apple, i prodotti AirPods e Apple Watch, che hanno assistito a un balzo delle vendite del 54%. Tanto che ora il business dei wearables ha praticamente le stesse dimensioni della divisione di Macintosh.
Bene anche le vendite degli iPad, cresciute tra luglio e settembre del 17%. Da segnalare che, di recente, Apple ha lanciato un nuovo new iPad Pro, che si basa sul sistema operativo concepito ad hoc per gli iPad, l'”iPad OS”: sistema che permette agli iPad di funzionare in modo un po’ più simile ai prodotti Mac consentendo, per esempio, il multitasking.
Le future scelte strategiche di business di Tim Cook rimangono un mistero. Intanto diversi sono gli investitori e gli analisti che continuano a scommettere sulla possibilità Apple prima o poi unisca l’iPhone (hardware) a una serie di servizi e contenuti, lanciando Apple Prime, in stile “Amazon Prime”. Il consiglio si basa sull’assunto che, in questo modo, il colosso americano avrebbe una fonte assicurata di guadagno su base mensile, dipendendo in misura minore dai capricci dei consumatori e dunque dalle vendite dei suoi iPhone.
Apple, per esempio, potrebbe lanciare un Apple Prime (leggi i dettagli) che consentisse agli utenti di usufruire di servizi come l’iCloud o Apple TV+, unendo all’hardware anche i servizi e facendo pagare ai clienti un abbonamento mensile. In questo modo, secondo gli esperti, lo stesso titolo Apple riceverebbe un assist dal nuovo modello di business, e il colosso guadagnerebbe di più senza dover aumentare in modo drammatico sia le vendite dei suoi prodotti o, peggio, i prezzi degli stessi.
DETTAGLI SUI RISULTATI DI BILANCIO DI APPLE
Apple ha battuto le stime degli analisti, sia sul fronte del fatturato che su quello degli utili. Tuttavia, il fatturato legato alle vendite degli iPhone è sceso per il quarto trimestre consecutivo.
Gli utili netti sono scesi nel suo quarto trimestre fiscale a $13,7 miliardi dai $14,1 miliardi, ma a livello di utile per azione, c’è stato un miglioramento da $2,91 a $3,05. Il risultato è stato migliore del consensus, visto che gli analisti avevano stimato un attivo per azione pari a $2,83.
Il fatturato si è attestato a $64 miliardi, in crescita rispetto ai $62,9 miliardi del terzo trimestre del 2018 e superiore ai $63 miliardi attesi dal consensus.
Il giro d’affari legato alle vendite di tutti gli iPhone è sceso nel trimestre a $33,4 miliardi dai $37,2 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno, ma meglio dei $32,8 miliardi stimati dagli analisti.
Per il quarto trimestre dell’anno (che nel caso di Apple corrisponde al primo trimestre fiscale), il gigante prevede un fatturato nel range compreso tra $85,5 miliardi e $89,5 miliardi, a fronte degli $86,7 miliardi attesi dal consensus.