Auto in Europa: gennaio parte in rosso (-7,4%), ma c’è la voglia di vetture green
Per il mercato dell’auto europeo il 2020 inizia con il segno meno, pur in presenza di una mmaggiore voglia di vetture verdi da parte degli automobilisti europei. A offrire, come ogni mese, una fotografia puntuale sull’andamento delle quattro ruote è l’Acea che questa mattina ha fornito i dati per il mese di gennaio: le immatricolazioni nell’Unione europea+Efta+Regno Unito sono scivolate del 7,4% a quota 1.135.116 di vetture rispetto a 1.226.202 di un anno prima. Secondo l’Associazione europea le motivazioni di questa partenza fiacca sono da ricondurre alle novità fiscali annunciate da alcuni Stati membri dell’Ue per il 2020 che spinto le immatricolazioni lo scorso dicembre. Altri fattori che hanno contribuito sono l’indebolimento delle condizioni economiche su scala globale e l’incertezza causata dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Chi sale e chi scende tra le case automobilistiche
Gennaio in netto calo per i gruppi francesi: Psa ha messo a segno una flessione del 14%, mentre Renault ha visto le immatricolazioni calare del 16,4%. Fca ha perso terreno, ma ha fatto meglio del mercato: il gruppo automobilistico guidato da Mike Manley ha chiuso il mese di gennaio con una flessione delle vendite in Europa del 6,4%, con una quota di mercato che è salita dal 5,9% al 6 per cento. Per quanto riguarda le tedesche Vw ha registrato a gennaio una modesta contrazione dello 0,1%, Bmw e Daimler hanno messo a segno rispettivamente un +3,8% e -10,1 per cento.
Cresce la voglia di auto verde ma…
Dello stesso avviso dell’Acea anche Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor (Csp), che dichiara: “a gennaio si pagano le conseguenze della forzatura fatta sulle immatricolazioni in dicembre per smaltire scorte di autovetture che non sarebbe più stato possibile vendere nel 2020 per il nuovo giro di vite sui livelli di emissioni”. Ma non è la sola motivazione, sul risultato incidono anche altri fattori non favorevoli che potrebbero accentuare il loro impatto nel corso dell’anno. “In particolare pesa ancora sul mercato la demonizzazione del diesel che sta determinando un crescente interesse per le alimentazioni alternative a cui non corrisponde – spiega Quagliano – un’offerta di autovetture elettriche pienamente coerente con la capacità di spesa della massa degli automobilisti e a ciò si aggiunge una situazione delle infrastrutture per la ricarica delle batterie ancora molto lontana dagli standard minimi per assicurare la possibilità alla maggior parte degli automobilisti di utilizzare senza penalizzazioni vetture elettriche”.
La conseguenza di questa situazione, in gennaio, è una crescita in termini percentuali, ma non in valori assoluti delle immatricolazioni di vetture elettriche accompagnata da una generalizzata richiesta di incentivi pesanti che consentano effettivamente il passaggio all’auto elettrica a un numero significativo di persone e di aziende. “Non vi sono tuttavia in questo momento in Europa le condizioni necessarie perché richieste di incentivi pesanti possano essere accolte – aggiunge l’esperto -. Il quadro economico è in rallentamento e l’influenza da Coronavirus potrebbe penalizzare fortemente anche gli acquisti di automobili”.