Banche: Parlamento Ue approva norme per ridurre rischi e proteggere i contribuenti
Riduzione dei rischi per il sistema bancario UE, tabella di marcia per le banche per far fronte alle perdite e protezione dei contribuenti sono le tre direttive su cui poggia il provvedimento di legge approvato dal Parlamento europeo e concordato in via informale con gli Stati membri. Un testo che, come si legge in una nota, permette all’Unione europea di compiere un passo significativo verso la riduzione dei rischi nel sistema bancario e il completamento dell’Unione bancaria. Nel dettaglio le norme approvate dall’Europarlamento riguardano i requisiti prudenziali di capitale e la procedura da seguire dalle banche che devono affrontare perdite, con la finalità ultima di contribuire a rilanciare l’economia dell’UE, aumentando la capacità di prestito e creando mercati dei capitali più liquidi, e rappresentare.
Le nuove norme targate Ue
Le norme in sostanza prevedono che le banche di importanza sistemica dovranno disporre di un numero significativamente maggiore di fondi propri per coprire le loro perdite, al fine di rafforzare il principio del bail-in, ovvero le perdite imposte agli investitori bancari, ad esempio i detentori di obbligazioni, per evitare il fallimento e di ricorrere alla ricapitalizzazione finanziata con denaro pubblico. Gli eurodeputati hanno assicurato che gli “istituti piccoli e non complessi” saranno soggetti a requisiti semplificati, in particolare per quanto riguarda la segnalazione e l’accantonamento di fondi per coprire eventuali perdite.
Per ciò che concerne la tutela dei contribuenti, le norme vogliono evitare salvataggi a loro spese: per far fronte alle perdite, le banche dovranno istituire una tabella di marcia che consenta loro di detenere capitale e cauzioni sufficienti così da non ricorrere al salvataggio a spese dei contribuenti. Inoltre il Parlamento ha fissato delle disposizioni per tutelare i piccoli investitori dal detenere debiti bancari ammessi al bail-in, come le obbligazioni emesse da una banca, quando non rappresentano uno strumento finanziario adatto per loro. Nel provvedimento spazio anche al maggior sostegno alle piccole e medie imprese per cui i requisiti patrimoniali per le banche saranno inferiori quando erogano prestiti alle PMI. Infine si prevede che le nuove regole per l’applicazione di un “potere di moratoria” sospenderanno i pagamenti delle banche in difficoltà. Questo potere può essere attivato se viene accertato che la banca rischia il dissesto e se non sono immediatamente disponibili misure preventive. Consentirà inoltre all’autorità preposta alla risoluzione delle crisi di stabilire se sia nell’interesse pubblico mettere la banca in liquidazione o in insolvenza. Il campo di applicazione della moratoria sarebbe proporzionato e adattato – si legge nella nota – a un caso concreto, ossia se la risoluzione di una banca in dissesto, o che potrebbe fallire, non è nell’interesse pubblico, allora quest’ultima dovrebbe essere liquidata in modo ordinato e in conformità alle norme nazionali. “Questo è un passo molto importante verso il completamento dell’Unione bancaria e la riduzione dei rischi nel sistema finanziario” ha commentato Gunnar Hökmark, relatore della direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche (BRRD) e il regolamento sul meccanismo unico di risoluzione (SRMR). “ La nuova legge è equilibrata, poiché stabilisce requisiti per le banche ma, allo stesso tempo, garantisce anche che le stesse possano svolgere un ruolo attivo nel finanziamento degli investimenti e della crescita”.
In Italia ancora non v’è traccia del decreto sui rimborsi
Le nuove regole in ambito europeo a tutela dei risparmiatori arrivano mentre in Italia tiene ancora banco il decreto sul rimborso ai risparmiatori azzerati dai crac bancari. Dopo vari tira e molla, l’accordo tra il governo e le associazioni dei risparmiatori era arrivato prevedendo una doppia via per i rimborsi: automatici a chi ha 35 mila euro di reddito nel 2018 e 100 mila euro di patrimonio mobiliare, cioè il 90% degli interessati e tramite un arbitrato semplificato per il restante 10%. Tuttavia del decreto vero e proprio ancora non v’è traccia così le stesse associazioni dei risparmiatori azzerati in una lettera resa nota dall’Ansa e indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri chiedono un nuovo incontro. “Dopo l’incontro avvenuto l’8 aprile a Palazzo Chigi, il premier – si legge nella lettera – “aveva comunicato a tutti i presenti che in occasione del Consiglio dei Ministri che si sarebbe tenuto all’indomani, martedì 9 aprile, sarebbe stata emanata la normativa disciplinante le modalità di accesso dei risparmiatori al Fondo indennizzo”. “Ad oggi – continuano le associazioni – tuttavia, di tale normativa non vi è traccia ed anzi abbiamo appreso che il decreto crescita – all’interno del quale, in base a quanto da Lei dichiarato, sarà contenuta la normativa di cui trattasi – slitterà a maggio”. Da qui le associazioni chiedono un nuovo incontro per il 18 aprile o ci sarà una protesta in piazza contro l’attuale Esecutivo.